QUINTA APPARIZIONE

13 settembre 1917

Scritto da Lucia di Fatima nel 1941 per ordine di sua ecc. mons. José Alves Correia da Silva, che le ordinò di scrivere qualsiasi altra cosa che ricordasse sugli avvenimenti di Fatima.

Quando l'ora fu vicina, andai con Giacinta e Francesco, tra numerose persone, che a malapena ci lasciavano camminare. Le strade erano piene zeppe di gente perché tutti volevano vederci e parlarci. Lì non c'era rispetto umano. Numerose persone, e perfino signore e signori, riuscendo ad aprirsi un varco tra la folla che si stringeva attorno a noi, venivano a prostrarsi in ginocchio davanti a noi, chiedendo che presentassimo alla Madonna le loro necessità. Altri, non riuscendo ad arrivare vicino a noi, gridavano da lontano: Per amor di Dio chiedete alla Madonna che mi guarisca il figlio che è zoppo. Un altro: che guarisca il mio che è cieco. Un altro: il mio che è sordo. Che mi riporti mio marito, mio figlio che è in guerra; che mi converta un peccatore; che mi dia la salute, perché sono tisico, ecc. ecc.

Lì apparivano tutte le miserie della povera umanità e alcuni gridavano perfino dalla cima degli alberi e dai muretti, dove salivano al fine di vederci passare. Dicendo agli uni di sì, dando la mano agli altri per aiutarli ad alzarsi dalla polvere della terra, andavamo avanti grazie ad alcuni signori che ci aprivano un passaggio tra la folla.

Quando leggo adesso nel Nuovo Testamento certe scene così affascinanti di quando Nostro Signore passava attraverso la Palestina, mi ricordo di queste a cui ancora così piccina, Nostro Signore mi ha fatto presenziare, nei poveri sentieri e strade da Aljustrel a Fatima e alla Cova da Iria. E rendo grazie a Dio, offrendogli la fede del nostro buon popolo portoghese. E penso: «Se questa gente si umilia così davanti a tre poveri bambini, solo perché ad essi è concessa misericordiosamente la grazia di parlare con la Madre di Dio, che cosa non farebbero se vedessero davanti a sé Gesù Cristo in persona?».

Comunque tutto questo non c'entra niente qui; è stata più che altro una distrazione della penna che mi è andata dove io non volevo. Pazienza! Una cosa inutile in più; non la tolgo per non sciupare il quaderno.

Arrivammo finalmente alla Cova da Iria, vicino all'elce e cominciammo a dire il Rosario con il popolo. Poco dopo vedemmo il riflesso della luce e, subito dopo, la Madonna sull'elce.

— Continuate a recitare il Rosario per ottenere la fine della guerra. In ottobre verrà anche Nostro Signore, la Madonna Addolorata e del Carmine, S. Giuseppe col Bambino Gesù per benedire il mondo. Dio è contento dei vostri sacrifici, ma non vuole che dormiate con la corda, portatela solo durante il giorno.

— Mi hanno chiesto di chiedervi molte cose: la guarigione di alcuni malati, di un sordomuto.

— Sì, alcuni li guarirò, altri no. In ottobre farò il miracolo perché tutti credano. — E cominciando a elevarsi scomparve, come al solito.