Novembre 1. Poiché non c'è istante nel quale l'uomo
non fruisca o non abbia bisogno della
bontà di Dio, così Dio dev'essere sempre presente
nella nostra memoria. L'uomo è fatto a
somiglianza di Dio, perché, come Dio è amore, è buono,
giusto, benigno, misericordioso,
così l'uomo deve avere anche lui l'amore, essere
buono, giusto, benigno, misericordioso.
Chi è misericordioso verso gli altri, Dio è misericordioso
verso di lui.
2. Come l'ancora trattiene la barca perché
non affondi negli scogli, così il pensiero
della morte trattiene la nostra vita perché non
precipiti nei peccati. Infatti il passaggio della
morte è così stretto, che a stento vi può passare
l'anima nuda e sola. Quando si arriva a questo
passaggio ogni carico di cose temporali dev'essere
lasciato: solo i peccati, che non sono
sostanza materiale, vi passano agevolmente insieme
con l'anima.
3. L'uomo è portato al sepolcro (alla dannazione)
dai quattro elementi dei quali è composto. È portato
dalla terra quando pensa
solo alle cose terrene; dall'acqua quando si lascia
vincere dalla lussuria; dall'aria quando
agisce per vanagloria; dal fuoco quando si lascia
trasportare dall'ira.
4. Fa' attenzione a queste tre cose: diversità
di carismi, diversità di ministeri, diversità
di operazioni. Le grazie, dice l'Apostolo, sono
le virtù stesse infuse da Dio gratuitamente,
cioè la fede, la speranza e simili, i cui effetti
sono, nei riguardi del prossimo, i ministeri, e
nei riguardi di noi stessi le opere di bene. Dio
infonde, prestiamo servizio e Dio stesso, che
infonde, è poi colui che opera, che agisce.
5. L'uomo dedito alle cose dello spirito, dopo
aver accudito alle necessità materiali e
dopo essersi liberato da pensieri e preoccupazioni,
rientra nella sua casa, cioè nella sua coscienza,
e chiusa la porta dei sensi, riposa con
la sapienza dedicandosi alla contemplazione
divina, nella quale assapora la dolcezza della
quiete spirituale.
6. La grazia di Dio, quando è sopra l'uomo,
gli infonde un così grande aiuto che, cinti
i fianchi, può correre per mezzo della castità e
seguire Cristo nudo e povero, anche lui nudo
e povero, per il distacco dai beni terreni.
7. Se darai onore al Signore, il Signore sarà
la tua forza. Se con te stesso, per quanto è
possibile, userai cautela e prudenza, egli sarà
tuo rifugio di salvezza. Se amerai il prossimo,
egli salverà lui e te. Se disprezzerai il mondo, il
Signore benedirà te, che sei la sua eredità.
8. O curioso, che ti affanni e allarghi la tua
attività in tante direzioni, va', non dico
dalla formica, ma dall'ape e impara la saggezza.
L'ape non si posa su tante specie di fiori, e
dal suo esempio impara a non dare ascolto ai
vari fiori di parole, ai vari libercoli; e non lasciare
un fiore per passare a un altro, come
fanno gli schizzinosi, che sempre sfogliano libri,
criticano le prediche, soppesano le parole,
ma non arrivano mai alla vera scienza. Tu invece
raccogli da un libro ciò che ti serve e collocalo
nell'alveare della tua memoria, per richiamarlo
al tempo opportuno.
9. Il fabbro è figura del santo predicatore
della chiesa, che fabbrica le armi dello
spirito. Egli deve sedere vicino all'incudine,
deve cioè applicarsi allo studio e alla pratica
della Sacra Scrittura, appunto per mettere in
pratica per primo ciò che predica agli altri.
10. L'uomo è dotato di tre specie di denti: gli
incisivi, detti in latino praecisores, che
troncano; i canini e i molari... Queste tre specie
di denti raffigurano gli avari nelle ruberie
da essi praticate. Alcuni sono come gli incisivi:
troncano, perché non rubano tutto ma solo
una parte; altri, i giuristi e i legulei, sono come
i canini, che nelle cause e nei tribunali latrano,
per denaro, come i cani; altri infine, i potenti e
gli usurai, sono come i molari, i quali macinano,
cioè stritolano i poveri. Ma il Signore
spezzerà i denti dei peccatori e i molari dei leoni (cf. Sal 57,7).
11. La vita del giusto è come la stella del
mattino tra le nebbie, cioè in mezzo alle
vanità del mondo. Osserva che nella nebbia si
ha paura del brigante; dissolta la nebbia,
splende più luminoso il sole; se tenti di toccarla,
non senti niente; quando si alza è segno
di bufera, quando si dissolve è segno di bel
tempo. Nella nebbia le cose sembrano più
grandi; si diffonde su tutta la terra e non si sa
più per dove andare. Così tra le vanità del
mondo, nel lusso del mondo, si nasconde il
brigante, cioè il diavolo; e il giusto nutre un
grande timore quando gli arride il favore delle
cose temporali.
12. Nella nebbia le cose sembrano più grandi.
Quando uno è circonfuso di gloria
mondana, sembra più grande di quanto non
sia in realtà. È come una vescica gonfia di vento,
che sembra più grande di quanto non sia, ma basta
una puntura di spillo, cioè la morte,
per far vedere quanto è meschino. Ahimè, tutta
la terra è ricoperta di nebbia, e perciò gli
uomini non vedono Dio.
13. Parla correttamente colui che testimonia
con le opere ciò che predica con la bocca.
Chi distribuisce fedelmente il pane della parola
di Dio e non nasconde la testimonianza della verità,
sarà benedetto nel presente e nel futuro.
14. Ama Dio con tutto te stesso e non con
una sola parte di te. Dio infatti non ha
parti, ma è tutto dovunque, e quindi non vuole
una parte di ciò che è tuo, perché tu sei tutto
in ciò che è suo. Se tu riservi per te una
parte di te, sei tuo e non suo.
Vuoi avere tutto? Da' tutto a lui ed egli darà
a te tutto ciò che è suo; e così nulla avrai di te
stesso, perché avrai tutto lui con tutto te stesso.
Amerai dunque il Signore, Dio tuo, con
tutto il tuo cuore.
15. Ti preghiamo, Signore Gesù, che tu ci leghi
con l'amore verso di te e verso il prossimo
in modo tale da riuscire ad amarti "con
tutto il cuore", cioè così profondamente da
non essere mai distratti dal tuo amore; "con
tutta l'anima", cioè con sapienza, per non essere
ingannati da altri amori; "con tutte le forze
e con tutta la mente", cioè con grande tenerezza
per non essere mai indotti a separarci dal
tuo amore, e amare poi il prossimo come noi stessi.
Accordacelo tu, che sei benedetto nei secoli
dei secoli. Amen.
16. Per mostrare che ami veramente il prossimo
come te stesso, fa' con amore tutto
ciò che è in tuo potere per alleviare le sue necessità
corporali e spirituali.
Chi vive nell'unità e nella concordia si alza
per compiere le opere buone. Chi si premunisce
con la pratica dell'umiltà, va tranquillo e
sicuro dovunque. Chi come straniero in questo
mondo si orna del segno distintivo della
povertà, la fede in Gesù Cristo, che fu povero
e pellegrino, lo farà salvo.
17. Raccontano che un lupo, vedendo la luna
nel pozzo, la credeva una forma di formaggio.
Allora, su consiglio della volpe scese
nel pozzo, ma non vi trovò nulla e vi restò
dentro deluso e avvilito. Quando i contadini
ve lo trovarono, lo massacrarono con una tempesta di pietre.
C'è anche qualche religioso che nel pozzo
della vanità mondana vede la luna che sorge
luminosa. Crede lo stolto, su consiglio della
volpe, cioè della concupiscenza della carne,
che ciò che è passeggero e instabile sia invece
duraturo e autentico. E il povero illuso scende
da Gerusalemme a Gerico, dall'altezza della
contemplazione al pozzo della cupidigia, e così
incappa nei briganti che lo spogliano, lo coprono
di ferite e se ne vanno lasciandolo mezzo morto.
18. L'ametista è una pietra preziosa molto
singolare, di colore viola, che manda dei
bagliori dorati e presenta dei puntini color
rosso vivo. Questa pietra simboleggia la vita
di Gesù Cristo che fu color viola per la povertà
e l'umiltà; che mandò fiamme e bagliori
dorati nella sua predicazione e nel compimento
dei miracoli, e presentò dei punti color
rosso vivo nella sua passione. Questa ametista
il giusto deve racchiuderla nel nido della sua coscienza.
19. Nudo, spiritualmente, è colui che nulla
attribuisce a se stesso, ma tutto a Dio, e
che non si nasconde come Adamo dietro alle
foglie di fico; è colui che non si copre con il
mantello della scusa di sé e dell'accusa degli altri.
Parimenti, vive nascosto colui che dimora
tranquillo nel segreto della sua coscienza, lontano
dal chiasso delle cose temporali e dei cattivi pensieri.
È colui che sopporta con pazienza
le ingiurie, non si lamenta nelle avversità e
non si vanta quando le cose vanno bene.
20. Vuoi avere sempre Dio nella mente? Abbi
sempre te stesso di fronte a te. Dove
c'è l'occhio, lì c'è la mente: abbi sempre l'occhio
fisso su te stesso. Tre cose ti faccio presenti:
la mente, l'occhio e te stesso. Dio è nella
mente, la mente è nell'occhio, l'occhio è in te.
Quindi se guardi te, hai Dio in te.
Vuoi avere sempre Dio nella mente? Abbi
te stesso, quale egli ti ha fatto. Non andare in
cerca di un te stesso diverso da ciò che sei.
Non voler fare te stesso diverso da quello che
lui ti ha fatto, e così avrai sempre nella tua
mente Dio.
21. In genere siamo soliti dare conforto a tre
categorie di persone: il malato, l'afflitto,
il pauroso. Il genere umano era tutte e tre queste cose:
era malato da oltre cinquemila anni e
non trovava alcun rimedio; era afflitto perché
privo delle delizie del paradiso terrestre; viveva
nella paura del diavolo, il quale con una
mano lo colpiva e con l'altra lo trascinava all'inferno.
Ma, grazie a Dio, fu mandato finalmente il
conforto, che risanò il malato, consolò l'afflitto
e rese intrepido il pauroso. Fu mandato l'angelo
Gabriele, il fausto messaggero di una terra
lontana, fresca acqua all'anima assetata, ormai
allo stremo per l'arsura della sete. Fu mandato
a una Vergine di nome Maria... "Concepirai e
darai alla luce un figlio... lo chiamerai Gesù,
che significa salvatore, perché salverà il genere
umano e lo libererà da tutti i suoi mali".
22. Quando servi al tuo fratello, stendi i tuoi
piedi davanti a te e impegna con lui tutto
te stesso, con gli affetti e i sentimenti con cui
si provvede alle necessità del prossimo.
Quando invece ti rivolgi a Dio, stendi i tuoi
piedi all'indietro, perché il tuo volo sia libero.
Incurante di ciò che sarà, del servizio e delle
opere buone, di ciò che hai fatto e di ciò che
farai, lascia da parte ogni fantasticheria quando
sei in preghiera: è proprio in quel momento
infatti che arrivano tutti i pensieri inutili
che disturbano l'animo del contemplativo.
23. Il regno di Dio è il bene supremo: per
questo dobbiamo cercarlo. Lo si cerca
con la fede, con la speranza e con la carità. La
giustizia di questo regno consiste nel mettere
in pratica tutto ciò che Cristo ha insegnato.
Cercare il regno di Dio vuol dire praticare
questa giustizia con le opere. Cercate quindi
prima di tutto il regno di Dio, cioè ponetelo
al di sopra di tutte le cose: tutto deve essere
fatto in vista di esso, nulla dev'essere cercato
all'infuori di esso, e ad esso deve essere ordinato
tutto ciò che cerchiamo.
24. Credere a Dio significa credere vero ciò
che egli dice, e questo lo fanno anche i cattivi;
anche noi crediamo all'uomo, ma non
crediamo nell'uomo. Credere Dio significa
credere che Dio esiste, ciò che fanno anche i
demoni. Infine credere in Dio vuol dire credere
e amarlo, credere e andare a lui, credere e
aderire a lui e venire così incorporati nelle sue
membra. Questa è la fede che giustifica l'empio.
Quindi dove c'è questa fede, c'è la fiducia
nella misericordia di Dio e c'è anche la remissione della colpa.
25. Ti preghiamo, Signore Gesù, di aiutarci a
rifiutare ogni menzogna per mezzo dell'umiltà,
a distruggere la nostra avarizia per
mezzo della povertà, a vincere l'ira per mezzo
della pazienza e a eliminare la disobbedienza
imitando la tua obbedienza nella passione; e
così meritiamo di essere presentati a te, di ricevere
il perdono dei peccati e godere con te senza fine.
26. Sono queste le virtù che rendono l'uomo
sapiente e saggio: il consiglio per fuggire
il mondo; la giustizia per rendere a ciascuno il
suo; la prudenza per guardarsi dai pericoli e la
fortezza per mantenersi saldo nelle avversità.
27. Il vero penitente, per timore e amore di
Dio, fa di se stesso causa, giudizio e giustizia.
Fa causa a se stesso con la contrizione, la
quale è origine di ogni cosa giusta ed è un impulso
dell'animo a fare il bene; fa il giudizio
nella confessione, nella quale mette in discussione
se stesso e si esamina; fa la giustizia nella
riparazione, con la quale dà a ciascuno il suo: a
Dio la preghiera, a se stesso il digiuno, al prossimo
l'elemosina. In questo infatti consiste la
soddisfazione, o riparazione.
28. La statua che Nabucodonosor vide in sogno,
aveva il capo di oro purissimo, il
petto e le braccia d'argento, il ventre e le cosce
di bronzo, le gambe di ferro e i piedi in parte
di ferro e in parte d'argilla (cf. Dn 2,31-33).
Questa statua è figura della santa chiesa,
che negli apostoli ebbe il capo d'oro. Le braccia
e il petto di argento, parti del corpo nelle
quali risiede la forza più grande, la chiesa li
ebbe nel tempo dei martiri, che affrontarono
eroicamente tutte le battaglie. Similmente la
chiesa ebbe il bronzo e il ferro dei confessori
della fede, che con il suono della loro predicazione
spezzarono la malvagità degli eretici. Infine,
la chiesa di Cristo, poverella, sconvolta
dalla tempesta, tra i rifiuti del mondo, ha per così dire nei piedi il ferro e il fango, sia nei
chierici che nei laici. Nel ferro è simboleggiata
l'avarizia, nel fango la lussuria. Ecco quali
membra si trovano nel corpo di Cristo che è
la chiesa: gli avari e i lussuriosi, i quali non
sono la chiesa di Cristo, ma la sinagoga di satana.
29. La penitenza è la seconda tavola di salvezza
dopo il naufragio del peccato. Il peccatore che,
esteriormente, può anche essere
splendido, sublime in alto perché superbo e
ricco in basso, è però lebbroso nel suo interno,
cioè nell'anima; e se vuole che la sua anima
ricuperi la salute, deve accostarsi al fiume del
giudizio, cioè a una confessione bagnata dalle
lacrime, con la quale egli deve giudicarsi, e
condannare ciò che ha fatto di male.
30. Il giusto si solleva dalla terra con la fune
dell'amore divino e resta come sospeso in
aria per la dolcezza della contemplazione, e allora
si trasforma, per così dire, tutto in aria,
come se non avesse più il corpo e non fosse
più oppresso dalla carnalità. È detto infatti di
Giovanni Battista che era "voce di uno che
grida nel deserto" (Mt 3,3). La voce è aria, e
Giovanni era aria e non carne, perché non
aveva più il gusto delle cose terrene, ma solo
di quelle celesti.
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