Luglio 1. Dice Mosè nel suo cantico:
"E bevano
sangue di uva, purissimo" (Dt 32,14).
L'uva è l'umanità di Cristo, la quale, spremuta
nel torchio della croce, sparse da ogni parte il
sangue, che diede da bere agli apostoli: "Questo è
il mio sangue, che per voi e per molti sarà
versato in remissione dei peccati". O carità del
Diletto! O amore dello Sposo per la sua sposa,
la chiesa! Quel sangue che il giorno dopo
avrebbe dovuto versare per lei per mano degli
infedeli, glielo offrì lui stesso con le sue mani
santissime nell'ultima cena.
2. L'uomo attivo, come il pesce, percorre le
vie del mare, cioè del mondo, per poter
assistere il prossimo sofferente nelle sue necessità;
e l'uomo contemplativo, come un uccello,
innalzato al cielo sulle ali della contemplazione,
nella misura delle sue capacità, contempla "il re
nel suo splendore" (Is 33,17).
3. La mente del contemplativo, se si allarga
a molti e svariati pensieri, viene troppo
ostacolata nel volo della contemplazione; se
invece la sua mente incomincia a volare raccolta
e concentrata in una cosa sola, fruirà veramente
del gaudio della contemplazione.
4. La vita contemplativa si riferisce all'Uno,
perché ha per oggetto Dio solo, unico
gaudio; invece la vita attiva si riferisce ai dieci
precetti del decalogo, nei quali essa stessa raggiunge
la sua pienezza nel tempo di questo esilio terreno.
5. Mediante la perseveranza finale, l'immagine
e la somiglianza di Dio, che mai deve
essere deturpata o macchiata, o cancellata,
si imprime eternamente nel volto dell'anima,
come avvenne nel sesto giorno della creazione,
quando Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra
immagine e somiglianza".
6. Cristo
uscì dal seno del Padre e venne nel
mondo per seminare e costruire la sua
chiesa, nella quale fosse conservata una semente
non corruttibile (cioè la sua Parola),
destinata a durare nei secoli dei secoli.
7. La gente maledetta degli usurai, forte e
innumerevole, è cresciuta sulla terra: essi
si sono ormai impadroniti di tutto il mondo.
L'usuraio è duro e inflessibile, perché non si
piega davanti a Dio e non teme l'uomo; i suoi
denti puzzano, perché nella sua bocca c'è sempre
il letame del denaro e lo sterco dell'usura.
Ruba, distrugge e ingoia i beni dei poveri, degli
orfani e delle vedove.
8. Ti preghiamo, Signore Gesù, di renderci
terra buona, adatta ad accogliere la semente
della tua grazia e produrre il frutto degno
di penitenza, affinché meritiamo così di
vivere eternamente nella tua gloria.
9. Il Figlio di Dio è stato umiliato nel grembo
della Vergine, è stato povero nel presepio,
nella stalla degli animali; è stato pellegrino
andando al patibolo della croce. Nulla è
in grado di umiliare la superbia del peccatore
quanto l'umiliazione dell'umanità di Gesù Cristo.
10. Le labbra del sacerdote sono due: la vita e
la fama; esse devono custodire la scienza,
affinché ciò che il sacerdote sa e predica custodisca
la sua vita, per quanto riguarda lui stesso,
e la sua scienza, per quanto riguarda il prossimo.
Da queste due labbra infatti procede
la scienza di una predicazione fruttuosa. E
se nel prelato ci sono queste qualità, dalla sua
bocca i sudditi ricercheranno la legge di Cristo,
cioè la carità.
11. Le donne, quando vogliono uscire in
pubblico, si mettono davanti allo specchio
e se scoprono nel loro viso qualche macchia,
la lavano con l'acqua. Così anche tu,
guarda nello specchio della tua coscienza, e se
vi trovi la macchia di qualche peccato, corri
immediatamente alla sorgente della confessione.
Quando nella confessione si lava con lacrime
il viso del corpo, anche il volto dell'anima
viene deterso e illuminato.
12. La soddisfazione, cioè la penitenza, consiste
in tre cose: nell'orazione per quanto
riguarda Dio; nell'elemosina per quanto
riguarda il prossimo; nel digiuno per quanto riguarda
se stessi, affinché la carne che nel piacere
ha condotto al peccato, nell'espiazione conduca al perdono.
13. Come l'uomo esteriore vive di pane materiale,
così l'uomo interiore vive del pane celeste,
che è la Parola di Dio.
14. La confessione dev'essere privata, segreta,
nascosta a ogni conoscenza di uomo e
rinchiusa nel tesoro della memoria del solo
confessore sotto inviolabile sigillo, e occulta
per ogni umana coscienza, tanto che, se anche
tutti gli uomini che sono nel mondo conoscessero
il peccato del peccatore che si è confessato da te,
tu devi ugualmente tenerlo nascosto
e chiuderlo sotto la chiave del tuo perpetuo silenzio.
15. Il peccatore deve fare in modo che la confessione
corrisponda esattamente alla colpa,
in modo da non dire di meno per vergogna
o timore, né aggiungere di più sotto l'apparenza
di umiltà, di come stanno realmente le cose.
Neppure per umiltà infatti è lecito mentire.
16. Il profeta Elia, prostrato a terra, sul monte Carmelo,
pregò il Signore perché mandasse la pioggia.
Mandò sette volte Giezi a
guardare verso il mare. La settima volta vide
levarsi una nuvoletta, grande come l'orma di
un piede... e ben presto tutto il cielo fu coperto
di nubi e cadde una grande pioggia (cf. 1Re 18,42-45).
Nella nuvoletta è raffigurata la compunzione
del cuore che attira la grazia di Dio.
E quando la grazia viene infusa nello spirito
del peccatore, incomincia a cadere la grande pioggia
del sincero pentimento e delle opere di penitenza.
17. Quando vuoi pregare o fare qualcosa di bene - e in
questo consiste il "pregare senza interruzione" - entra
nella tua stanza,
cioè nel segreto del tuo cuore, e chiudi la porta
dei cinque sensi, per non bramare di essere né
visto, né ascoltato, né lodato.
18. Oggi non ci sono mercati, non si fanno
adunanze civili o ecclesiastiche, nelle
quali non si trovino monaci e religiosi.
Comprano e rivendono, "edificano e distruggono,
arrotondano ciò che era quadrato" (Orazio,
Epistole), cioè mutano e rimutano ogni cosa.
Nelle cause convocano le parti, litigano davanti
ai giudici, assoldano legisti e avvocati,
trovano testimoni pronti a giurare insieme ad
essi per cose effimere e vane. Ditemi, o fatui
religiosi, se nei profeti e nei vangeli di Cristo,
o nelle lettere di Paolo, e nella regola di san
Benedetto o di sant'Agostino avete trovato
questi dibattiti e questi clamori per cose effimere
e caduche (...). Vedi con quanto scrupolo
osservano la loro regola in ciò che è prescritto
a vantaggio del corpo, ma la regola di Gesù
Cristo, senza la quale non possono salvarsi, la
osservano poco o nulla.
19. Se un vescovo o un prelato della chiesa fa
qualcosa contro una decretale di Alessandro
o di Innocenzo, o di qualche altro papa,
viene subito accusato, l'accusato viene convocato,
il convocato viene convinto del suo crimine
e dopo essere stato convinto, viene deposto.
Se invece commette qualcosa di grave
contro il vangelo di Gesù Cristo, che è tenuto
a osservare sopra tutte le cose, non c'è nessuno
che lo accusi, nessuno che lo riprenda, nessuno
che lo castighi.
20. Quanto pochi sono oggi coloro che guardano
nella giusta direzione; quasi tutti
guardano nella direzione sbagliata, come fossero
strabici. Guarda certamente nella giusta
direzione colui che riconosce la sua iniquità,
proprio come l'ha commessa, e la confessa subito,
a puntino, con esattezza, come è avvenuta.
Alza dunque i tuoi occhi nella giusta direzione
e non in quella sbagliata; non vergognarti,
non aver timore!
21. Dio detesta la superbia più di tutti i peccati.
Il superbo non può prendere in considerazione
la mangiatoia del Signore, cioè il
fatto che il Signore Gesù sia stato adagiato,
per nostro amore, in una mangiatoia.
22. La mente dell'uomo è davanti a Dio
quando si convince che nulla di buono
può avere da se stessa, in se stessa e per se stessa,
ma attribuisce tutto a lui, che è tutto il bene,
il sommo bene, e dal quale, come dal centro,
si dipartono tutti i raggi della grazia.
23. Quando la mente dell'uomo sta davanti
al volto di Dio, contemplando la sua beatitudine,
gustando la sua dolcezza, allora è veramente
un giardino di delizie. Quando invece
la sventurata non vuole stare davanti a lui,
ma dietro a lui, vuole cioè guardare le cose del
mondo, allora il giardino di delizie si trasforma
nella desolazione del deserto.
24. La misericordia di Dio è superiore a ogni
malizia del peccatore. "Guardai, ed ecco
una porta era aperta nel cielo" (Ap 4,1). La
porta aperta è la misericordia di Dio, sempre
pronta ad accogliere coloro che si pentono.
25. La misericordia del Signore ci ha dato il
nome di Maria come rifugio di misericordia.
Presso di lei si rifugi il peccatore e sarà salvato.
Nome dolce, nome che conforta il
peccatore, nome di beata speranza!
26. Nell'acqua torbida e agitata non vede il
suo volto chi vi si specchia. Se vuoi che
appaia in te il volto di Cristo che ti guarda,
distenditi e riposa. Gesù appare solo a chi è
disteso nella quiete, nella pace e nell'umiltà.
Perciò bisogna fermarsi nella propria coscienza
e tenersi lontano dal chiasso esteriore.
27. Tutte le nostre opere sono inutili nei riguardi
della vita eterna, se non sono guidate
dalla retta intenzione e profumate con il
balsamo della carità.
28. La parola di Dio, seminata nel cuore del
peccatore, produce dapprima l'erba della
contrizione, della quale è detto nella Genesi: "La terra, cioè la mente del peccatore, germogli
l'erba verdeggiante" (Gn 1,11); la contrizione
poi produce la spiga della confessione,
che si spinge verso l'alto per la speranza della
remissione, cioè del perdono e il chicco pieno
della soddisfazione, cioè di un'opera penitenziale
proporzionata alla colpa.
29. Un prelato indegno è un tronco inutile:
con il suo cattivo esempio precipita la fraternità
dei fedeli prima nel peccato e poi nell'inferno;
con la sua stoltezza, giacché è anche
inetto, sconcerta i fedeli; con la sua avarizia
divora il popolo. Costui non solo non vede
l'angelo del Signore, ma vi dico che vede il
diavolo pronto a precipitarlo nell'inferno. Invece
il popolo semplice, che ha una fede retta
e si comporta onestamente, vede l'angelo del
Sommo Consiglio, riconosce e ama il Figlio di Dio.
30. La confessione è chiamata anche
"porta del cielo".
O vera porta del cielo, o vera
porta del paradiso! Per essa, infatti, come
attraverso una porta, il peccatore pentito viene
introdotto al bacio dei piedi della divina misericordia,
viene sollevato al bacio delle mani
della grazia celeste, viene innalzato al bacio
del volto della riconciliazione con il Padre.
31. Il Signore manda ogni giorno l'acqua
della grazia nel cuore dei fedeli, affinché
i loro affetti vengano purificati da ogni impurità.
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