Agosto 1. La ruota che ritorna allo stesso punto dal
quale è partita, è il simbolo della natura
umana, della vita dell'uomo, al quale fu detto: "Sei terra e in terra
ritornerai" (cf. Gn 3,19).
2. La Vergine Maria, dopo che il figlio suo
Gesù fu deposto nel sepolcro, mai se ne
allontanò, ma restò sempre lì a vegliare in lacrime,
finché per prima lo vide risorgere: per
questo i fedeli festeggiano in suo onore il giorno
di sabato.
3. Nella miseria del pellegrinaggio terreno
Cristo è per noi frumento, perché ristora,
ed è roccia, perché accoglie coloro che si rifugiano
in lui e li difende.
4. Cristo, risorto dai morti, si fermò in mezzo
ai discepoli; e Pietro, che per primo
era caduto rinnegandolo, si alzò in mezzo ai
fratelli, indicando con questo a noi che, rialzandoci
dal peccato, ci dobbiamo fermare in
mezzo ai fratelli, perché al centro c'è la carità
che si estende sia all'amico che al nemico.
5. Si dice degli elefanti che quando devono
affrontare un combattimento, hanno una
cura particolare dei feriti: infatti li chiudono al
centro del gruppo insieme con i più deboli.
Così anche tu accogli nel centro della carità il
prossimo debole e ferito.
6.
"E fu trasfigurato davanti a loro. Il suo
volto brillò come il sole" (Mt 17,2). Imprimi
te stesso come molle cera su questa figura,
per poter ricevere la figura di Gesù Cristo.
Risplenda come il sole anche il volto della nostra anima,
affinché ciò che vediamo con la fede
brilli nelle opere; e il bene che ben comprendiamo
all'interno si traduca nella testimonianza
delle opere all'esterno, e ciò che
gustiamo nella contemplazione di Dio si accenda
di calore nell'amore del prossimo. Solo
così il nostro volto risplenderà come il sole.
7. I fulmini dell'ira divina furono tramutati
in pioggia di misericordia quando il Verbo
si fece carne. Infatti nell'umanità di Gesù il
sangue dell'ira fu tramutato nel latte della misericordia.
8. La predicazione
dev'essere solida, vale a
dire comprovata da abbondanza di buone
opere; e deve presentare parole vere, non false,
non ridicole, non frivole o lusinghiere, ma parole
che muovano alla commozione e al pianto.
La predicazione dev'essere retta e coerente,
in modo che il predicatore non contraddica
con le sue opere ciò che dice con la bocca.
L'autorità della parola viene annullata, quando
non è sorretta dalle opere.
9. Cristo ci nutre ogni giorno con la sua carne
e il suo sangue nel sacramento dell'altare.
Come buon pastore ci pasce ogni giorno
con gli insegnamenti del vangelo e con i sacramenti
della chiesa.
10.
"Accumulatevi dei tesori nel cielo" (Mt 6,20).
Grande tesoro è l'elemosina. Disse
il martire san Lorenzo a quelli che volevano
impossessarsi dei "tesori" della chiesa: "Le ricchezze
della chiesa sono state riposte nel tesoro
celeste dalle mani dei poveri". Accumula tesori
in cielo chi dà a Cristo. Dà a Cristo chi
largisce al povero: "Ciò che avete fatto a uno
di questi più piccoli, l'avete fatto a me" (cf. Mt 25,40).
11. Il volto di Cristo sono i degni prelati della
chiesa e tutti i santi, per mezzo dei quali,
come per mezzo del volto, conosciamo Cristo.
Come le stelle, così anche i prelati devono
risplendere di fronte a tutti con la parola e con
l'esempio: e il Signore li tiene nella sua destra,
cioè li considera i suoi doni più grandi.
12. La bilancia è così chiamata perché pende
in equilibrio con un'asticella al centro di
due piatti (bi-lancia, dal latino lanx, piatto).
I due piatti sono il disprezzo del mondo e il desiderio
del regno dei cieli. L'asticella al centro
è l'amore di Dio e del prossimo. Questa è la
vera bilancia che pesa esattamente, dando a
ognuno quanto gli spetta di diritto: al mondo
il disprezzo, a Dio l'adorazione, al prossimo l'amore.
13. La mente dell'uomo deve accogliere la
parola di Dio, accoltala deve quasi digerirla
con la meditazione, e dopo averla bene
meditata, deve metterla in pratica nell'esercizio
delle varie virtù.
14. Non deve meravigliare che la parola di
Dio amareggi la mente, giacché annuncia
la distruzione di tutte le cose temporali, la brevità
della vita presente, l'amarezza della morte,
l'asprezza delle pene dell'inferno. Ma tutto ciò
che è difficile come comando, che è amaro
nelle parole della predicazione, diviene leggero
e dolce per colui che ama; è amaro in questa
vita, perché stimola alla penitenza, ma sarà
dolce nella patria, perché condurrà alla gloria.
15. Ti preghiamo, o nostra Signora, inclita
madre di Dio, Assunta in cielo ed esaltata
al di sopra dei cori degli angeli, di riempire il
vaso del nostro cuore con la grazia celeste, di
farci splendere dell'oro della sapienza, di sostenerci
con la potenza della tua intercessione, di
ornarci con le pietre preziose delle tue virtù, di
effondere su di noi, o oliva benedetta, l'olio
della tua misericordia con il quale coprire la
moltitudine dei nostri peccati, ed essere così
trovati degni di venir innalzati alle altezze della
gloria celeste, e vivere felici in eterno con Te
e con i beati comprensori.
16. Il giusto deve seppellire la sua anima
nell'umiltà del cuore e in quella del corpo,
fuori dal tumulto delle cose temporali, e deve
guardare verso lo splendore della vita eterna, e
non a quello della gloria mondana.
17. Il pellegrino è colui che va lontano dalla
sua patria. Tutti siamo forestieri, perché
veniamo da un altro luogo: dal gaudio del paradiso
terrestre siamo arrivati alla misera condizione
di questo esilio; siamo anche pellegrini
perché, cacciati dal volto e dagli occhi di
Dio, ce ne andiamo mendicando, lontani dalla
patria del cielo.
18. Tutte le cose che opera in noi il Signore,
quando ci infonde la grazia, sono buone;
ma quando "vede", cioè quando mantiene in
noi ciò che ha operato, allora sono molto buone,
cioè perfette.
19. Il cuore è la fonte del calore e il principio
del sangue, ed è anche il principio dei
moti delle cose piacevoli e di quelle dannose;
e in generale i moti di tutti i sensi hanno inizio
dal cuore e ad esso ritornano. E l'energia dello
spirito rimane nel cuore fino all'ultimo istante;
e la consunzione di tutte le membra precede
quella del cuore, il quale per primo
incomincia a pulsare e per ultimo si arresta. Poiché
dunque il cuore è l'organo più nobile degli altri,
dice di esso il Signore: "Godrà il vostro cuore", perché come la vita da esso procede,
così ne proceda anche il gaudio.
20. Oggi la dottrina di Cristo non ha la voce
melodiosa dell'adulazione, perché non
blandisce i peccatori e non promette vantaggi
temporali; ma risuona aspramente, perché
insegna a castigare la carne e a disprezzare il
mondo: e quindi non è ascoltata volentieri.
21. La vera umiltà non può soffrire, cioè non
può dolersi dell'ingiuria ricevuta né star
male per la prosperità altrui. E questo è giusto,
perché se l'umiltà è falsa, crolla anche l'edificio
delle altre virtù. Dice infatti Gregorio: "Chi
pensa di poter acquistare virtù senza l'umiltà, è
come colui che getta la polvere contro il vento".
22. Leggiamo nel libro di Ester:
"Quando il
Re Assuero vide la regina Ester in piedi
davanti a lui, piacque ella ai suoi occhi e stese
verso di lei, in segno di clemenza, lo scettro
d'oro che teneva in mano. Ed ella, avanzando,
baciò la sommità dello scettro" (Est 5,2). Assuero,
nome che significa "beatitudine", è figura
di Dio, beatitudine degli angeli, ai cui
occhi piacque Maria, la nostra Regina, Ester,
nome che vuol dire "preparata nel tempo",
cioè per il tempo della nostra salvezza. Lo scettro
d'oro è la grazia celeste che Dio infuse in
lei, quando la riempì di grazia più di tutte le
altre donne; e lei, che di sì grande grazia non
fu certo ingrata, si avvicinò con l'umiltà, e baciò
con la carità.
23. Il vero penitente deve confessarsi colpevole
di tre cose: di aver offeso il Signore,
di aver ucciso se stesso e di aver scandalizzato
il prossimo, omettendo di dare a ciascuno secondo
la debita giustizia. A Dio l'onore, a se
stesso la diffidenza, al prossimo l'amore.
24. Ogni uomo dovrebbe essere pronto per natura
ad ascoltare e lento a parlare. La
natura stessa ha insegnato questo, quasi chiudendo
la lingua a doppia porta, perché non
uscisse liberamente. La natura infatti ha posto
davanti alla lingua come due porte, cioè i denti
e le labbra, per indicare che la parola non
deve uscire se non con grande cautela.
25. La statua che Nabucodonosor vide in sogno è
anche immagine della sorte che attende
il peccatore che non si converte. Infatti
nel fango (argilla) è indicata la nostra carne
miseranda, la quale, al cadere del sasso, cioè
all'arrivo della morte ineluttabile, sarà colpita
e distrutta. E allora l'oro della sapienza, l'argento
dell'eloquenza, il bronzo delle ricchezze,
il ferro del potere saranno frantumati, ridotti a
nulla e dispersi dal vento, perché la carne andrà ai vermi,
le ricchezze ai parenti, l'anima
sarà consegnata al diavolo e così dei peccatori
non resterà traccia alcuna.
26. La preghiera è il sentimento dell'uomo
che si mette in rapporto con Dio, è un
colloquio pio e familiare, la sosta della mente
illuminata per godere di lui, per quanto all'uomo è possibile.
27. Lo specchio, o il vetro, simboleggiano la
Sacra Scrittura, nel cui splendore sta il
volto della nostra origine: da dove siamo nati,
quali siamo nati e a che scopo siamo nati. Da
dove siamo nati si riferisce alla meschinità della
nostra origine fisica; quali (di che natura) siamo nati,
riguarda la fragilità della nostra sostanza;
a che scopo siamo nati, si riferisce alla
dignità della gloria, nella quale, se saremo stati
esecutori della parola, per la vicinanza con il
vero sole, come il sole risplenderemo.
28. I lussuriosi sono come le rane che,
nell'acqua del piacere carnale, si incitano vicendevolmente
alla lussuria con segni e richiami.
I loro occhi sono pieni di adulterio, accesi
di libidine e, come i ragni, si attraggono con certi fili di parole e di promesse. Si attraggono
e infine si congiungono nell'abisso della loro perdizione.
29. Dio nulla ricerca e nulla ama maggiormente
nell'uomo come il suo cuore, nel
quale c'è la legge dell'amore e quindi, come
dice il salmo, "non vacilleranno i suoi passi" (Sal 36,31).
I passi del giusto sono le sue opere
e i suoi pensieri, che mai vacilleranno, cioè
non saranno colti nel laccio della suggestione diabolica.
30. Il Figlio è uscito da Dio, perché tu uscissi
dal mondo; è venuto da te, perché tu andassi da lui.
Che cosa significa uscire dal mondo
e andare a Cristo, se non soggiogare i vizi e
legare l'anima a Dio con i vincoli dell'amore?
31. Le stelle raffigurano i santi, che Cristo
mette sotto il sigillo della sua provvidenza;
affinché non compaiano in pubblico quando vogliono,
ma siano sempre pronti per il
tempo stabilito da Dio, e quando udranno
con l'orecchio del cuore la voce di colui che
comanda, escano dal segreto della contemplazione
per compiere ciò a cui sono deputati.
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