La Legge Evangelica
Summa Theologiae
Somma Teologica I-II, q. 106
La legge evangelica, o legge nuova, in se stessa
Eccoci a considerare la legge
evangelica, che viene denominata
legge nuova. Primo, tratteremo di codesta legge in se stessa; secondo,
in rapporto all'antica legge; terzo, parleremo del contenuto di essa.
Riguardo al primo argomento esamineremo quattro cose: 1. La
sua qualità, cioè se codesta legge sia scritta o infusa; 2. La sua
virtù, cioè se essa dia la giustificazione; 3. Il suo cominciamento,
ossia se doveva esser data a principio del mondo; 4. La sua durata,
vale a dire se debba durare sino alla fine, o essere sostituita da
un'altra legge.
ARTICOLO
1
Se la nuova legge sia una legge scritta
SEMBRA che la nuova legge sia una legge scritta. Infatti:
1. La nuova legge non è che il Vangelo. Ma il Vangelo è scritto;
così infatti leggiamo in S. Giovanni: "Queste cose sono state scritte
affinché crediate". Dunque la nuova legge è una legge scritta.
2. La legge infusa è una legge naturale, secondo le parole di S.
Paolo: "Fanno (i pagani) per natura le cose della legge, avendo
l'opera della legge scritta nei loro cuori". Perciò, se la legge evangelica
fosse infusa, non si distinguerebbe dalla legge naturale.
3. La legge evangelica è propria di coloro che si trovano nello
stato del nuovo Testamento. Invece la legge infusa è comune anche
a coloro che si trovano nell'antico Testamento: infatti nel vecchio Testamento si dice, che la divina sapienza "diffondendosi attraverso
le nazioni, fa amici di Dio e profeti". Dunque la nuova legge
non è una legge infusa.
IN CONTRARIO: La nuova legge è la legge della nuova alleanza.
Ma la legge della nuova alleanza è infusa nei cuori. L'Apostolo infatti,
nel riportare quel passo di Geremia: "Ecco verranno
giorni, dice il Signore, nei quali io stringerò con la casa di Israele e con
la casa di Giuda una nuova alleanza", spiega: "Questa è l'alleanza
che stringerò con la casa d'Israele dopo quei giorni: metterò
la mia legge nella loro mente, e la scriverò nel loro cuore".
Quindi la nuova legge è una legge infusa.
RISPONDO: A detta del Filosofo,
"ogni cosa pare che sia ciò che
in essa c'è di principale". Ora, la cosa che nel nuovo Testamento
è principale, e che ne costituisce la virtù, è la grazia dello Spirito
Santo, derivante dalla fede di Cristo. Perciò la nuova legge principalmente è
la stessa grazia dello Spirito Santo, concessa a coloro
che credono in Cristo. Ciò si rileva chiaramente da quanto scrive
l'Apostolo, il quale chiama "legge" la stessa grazia della fede.
"Dov'è dunque li tuo vanto? È escluso. Per quale legge? Quella
delle opere? No, ma per la legge della fede". E in termini anche
più espliciti: "La legge dello Spirito di vita in Cristo Gesù mi liberò
dalla legge del peccato e della morte". Ecco perché S. Agostino
insegna, che "la legge della fede è stata scritta nel cuore dei
fedeli, come la legge delle opere era stata scritta nelle tavole di pietra". E altrove:
"Quali sono le leggi divine che Dio stesso ha
scritto nei cuori, se non la presenza medesima dello Spirito Santo?".
Tuttavia la nuova legge contiene alcuni dati, sia in materia di
fede che di costumi, che sono come elementi atti a predisporre alla
grazia dello Spirito Santo, o a esercitare codesta grazia; ed essi
sono aspetti secondari della nuova legge, che i cristiani devono apprendere,
o mediante la parola viva, o mediante gli scritti. Si deve
quindi concludere che la nuova legge principalmente è una legge
infusa, e secondariamente è una legge scritta.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Nello scritto dei Vangeli è contenuto
solo quanto riguarda la grazia dello Spirito Santo, o come
predisposizione, o come mezzo riguardante l'uso di codesta grazia.
Quale predisposizione di ordine intellettivo alla fede, cui è connessa
la grazia dello Spirito Santo, si trovano nel Vangelo le parole
che manifestano la divinità e l'umanità di Cristo. E quale predisposizione
di ordine affettivo si trovano nel Vangelo le parole di
esortazione al disprezzo del mondo, che rende l'uomo disposto alla
grazia dello Spirito Santo: infatti "il mondo", cioè chi ama il
mondo, "non può ricevere lo Spirito Santo". L'uso invece della
grazia si ha nelle azioni virtuose, che sono raccomandate agli uomini
in molte maniere dagli scritti del nuovo Testamento.
2. Un principio può essere infuso nell'uomo in due maniere. Primo,
come elemento appartenente alla natura umana: e in tal senso
è infusa la legge naturale. Secondo, come elemento sovrapposto alla
natura mediante un dono di grazia. E in tal senso è infusa nell'uomo
la legge nuova, non solo quale norma indicatrice delle cose
da farsi, ma anche come aiuto per compierle.
3. Nessuno ha mai ricevuto la grazia dello Spirito Santo, se non
mediante la fede in Cristo esplicita o implicita. Ora, mediante la
fede in Cristo un uomo appartiene al nuovo Testamento. Quindi
chiunque abbia avuto l'infusione della legge di grazia, per ciò
stesso appartiene al nuovo Testamento.
ARTICOLO
2
Se la nuova legge dia la giustificazione
SEMBRA che la nuova legge non dia la giustificazione. Infatti:
1. Nessuno può essere giustificato, se non ubbidisce alla legge di
Dio; ché, a detta di S. Paolo, Cristo "divenne causa di eterna salvezza
per tutti quelli che gli ubbidiscono". Ma il Vangelo non sempre
fa sì che tutti ubbidiscano: infatti, "non tutti ubbidiscono al Vangelo". Quindi la nuova legge non dà la giustificazione.
2. L'Apostolo dimostra che l'antica legge non giustificava, poiché
con la sua promulgazione crebbe la disobbedienza: "La legge
produce l'ira; giacché dove non v'è legge non vi è neppure trasgressione".
Ma molto di più accrebbe la prevaricazione la legge nuova:
infatti chi pecca ancora dopo la promulgazione di questa è degno
di un castigo più grave, secondo le parole di S. Paolo: "Uno
che abbia violato la legge di Mosè, viene messo a morte senza pietà sulla
parola di due o
tre testimoni. Di quanto più severo castigo pensate sarà giudicato degno chi avrà calpestato il Figlio di Dio...?". Dunque, al pari della legge antica, la nuova legge non
giustifica.
3. Giustificare è opera esclusiva di Dio, essendo egli, a detta di
S. Paolo, "il Dio che giustifica". Ora l'antica legge deriva da Dio
non meno della legge nuova. Perciò la nuova legge non giustifica
più dell'antica.
IN CONTRARIO: L'Apostolo scrive:
"Io non mi vergogno del Vangelo, poiché è potenza
di Dio per la salvezza di chiunque crede".
Ora, non vi è salvezza che per i giustificati. Dunque la legge evangelica
dà la giustificazione.
RISPONDO: Come abbiamo detto nell'articolo precedente, alla legge
evangelica appartengono due cose. La prima, come elemento
principale: cioè la grazia interiore dello Spirito Santo. E sotto
questo aspetto la nuova legge giustifica. Infatti S. Agostino ha
scritto: "Ivi", cioè nel vecchio Testamento, "fu imposta una legge
dall'esterno, per spaventare i perversi; qui invece", ossia nel
nuovo Testamento, "fu data dall'interno, per renderli giusti". - La seconda
cosa appartiene alla legge evangelica in maniera secondaria: e si tratta
delle dottrine di fede, e dei precetti che predispongono
la volontà dell'uomo agli atti umani. E sotto questo aspetto
la nuova legge non giustifica. Dice infatti l'Apostolo: "La
lettera uccide, mentre lo Spirito vivifica". E S. Agostino spiega che
per lettera va intesa qualsiasi scrittura esistente fuori dell'uomo,
anche se si tratta di precetti morali, quali son quelli contenuti
nel Vangelo. Perciò anche la lettera del Vangelo potrebbe uccidere,
se non ci fosse la grazia interiore della fede che salva.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. L'obiezione parte dalla nuova
legge considerata non in quello che ha di principale, ma in quello
che ha di secondario: cioè rispetto alle dottrine e ai precetti presentati
all'uomo dall'esterno, o con la parola, o con lo scritto.
2. Sebbene la grazia del nuovo Testamento aiuti l'uomo a non peccare,
tuttavia non lo rende impeccabile; essendo questa una prerogativa
dello stato di gloria. Perciò, se uno pecca dopo aver ricevuto
la grazia del nuovo Testamento, è degno di un castigo più
grave, perché abusa di benefici più grandi, e non approfitta dell'aiuto
che gli viene offerto. Tuttavia non si può dire che la nuova
legge "produce l'ira"; poiché di suo offre un aiuto efficace per non peccare.
3. La legge antica e la legge nuova, furono date da un unico Dio,
però in maniera diversa. Infatti la legge antica fu scritta su tavole
di pietra; mentre la legge nuova fu scritta "su tavole consistenti
in cuori di carne", come si esprime l'Apostolo. E S. Agostino
spiega, che "l'Apostolo chiama ministero di morte e di dannazione
questa scrittura esterna all'uomo. Mentre chiama ministero di spirito
e di giustizia questa legge del nuovo Testamento: poiché mediante
il dono dello Spirito operiamo la giustizia, e siamo liberati
dalla dannazione della disobbedienza".
ARTICOLO
3
Se la nuova legge si dovesse dare all'inizio del mondo
SEMBRA che la legge nuova si dovesse dare all'inizio del mondo.
Infatti:
1.
"In Dio non vi è accettazione di persone", come nota S. Paolo.
Ora, "tutti gli uomini hanno peccato e sono privi della gloria
di Dio". Dunque dall'inizio del mondo bisognava dare la legge
evangelica, per soccorrere tutti.
2. Gli uomini, come abitano in diversi luoghi, così si trovano a
vivere in diversi tempi. Ma Dio, "il quale vuole che tutti gli uomini
si salvino", ha comandato che si predichi il Vangelo in tutti
i luoghi. Perciò ci doveva essere la legge evangelica in tutti i tempi,
e quindi si doveva dare all'inizio del mondo.
3. Per l'uomo è più necessaria la salute dello spirito, la quale è
eterna, che la salute del corpo, che è temporale. Ora, fin dall'inizio
del mondo Dio ha provvisto l'uomo di ciò che è necessario alla
salute del corpo, dando in suo potere tutte le cose create. Quindi
anche la nuova legge, sommamente necessaria alla salute dello spirito,
doveva essere data all'uomo fino dal principio del mondo.
IN CONTRARIO: L'Apostolo afferma:
"Non è prima l'elemento spirituale,
bensì quello animale". Ma la nuova legge è sommamente
spirituale. Dunque non andava data all'inizio del mondo.
RISPONDO: Si possono portare tre ragioni, per provare che la nuova
legge non andava data all'inizio del mondo. La prima sta nel
fatto che codesta legge principalmente consiste, come abbiamo detto,
nella grazia dello Spirito Santo; la quale non doveva concedersi
in abbondanza prima di aver tolto dal genere umano, con la redenzione di Cristo,
l'ostacolo del peccato. Ecco perché nel Vangelo
si legge: "Non era stato ancora dato lo Spirito, perché Gesù non
era ancora stato glorificato". È questa la ragione portata espressamente
dall'Apostolo nella Lettera ai Romani; in cui, dopo aver
ricordato la "legge dello Spirito di vita", aggiunge: "Dio, inviando
suo Figlio in carne simile a quella del peccato, condannò il peccato
nella carne, affinché la giustificazione della legge si compisse in noi".
La seconda ragione si può desumere dalla perfezione della nuova
legge. Infatti niente raggiunge la perfezione all'inizio, ma con il
tempo: prima si è bambini, e poi uomini. Anche questa ragione
la troviamo negli scritti dell'Apostolo: "La legge è stata il nostro
pedagogo a Cristo, affinché per via della fede fossimo giustificati.
Venuta però la fede non siamo più sotto il pedagogo".
La terza ragione si desume dal fatto che la nuova legge è legge
di grazia: perciò era necessario che l'uomo fosse lasciato a se stesso
nello stato dell'antica legge, perché, cadendo in peccato, constatasse
la propria infermità, e riconoscesse di aver bisogno della
grazia. L'Apostolo così accenna a codesta ragione: "La legge sopraggiunse
sì che abbondò il peccato; ma dove abbondò il peccato,
sovrabbondò la grazia".
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Il genere umano per il peccato del
suo progenitore meritò la privazione dell'aiuto della grazia. Perciò "verso
coloro cui esso non è concesso, si ha un atto di giustizia;
e per coloro cui si concede, si ha un dono gratuito", come nota S. Agostino.
Quindi non c'è accettazione di persone in Dio per il fatto
che fin dall'inizio del mondo non fu concessa a tutti la legge di
grazia, che doveva esser data con un certo ordine, come abbiamo
spiegato.
2. Non la diversità dei luoghi determina i diversi stati del genere
umano, ma la successione dei tempi. Ecco perché in tutti i
luoghi viene proposta la nuova legge, non già in tutti i tempi: sebbene
in tutti i tempi ci siano state delle persone che appartenevano
al nuovo Testamento, come abbiamo già notato.
3. Le cose richieste alla salute del corpo servono all'uomo per
conservare la propria natura, che non è distrutta dal peccato. Invece
le cose richieste per la salute dello spirito sono ordinate alla
grazia, che si perde col peccato. Quindi il paragone non regge.
ARTICOLO
4
Se la nuova legge debba durare sino alla fine del mondo
SEMBRA che la nuova legge non debba durare sino alla fine del
mondo. Infatti:
1. Come l'Apostolo insegna,
"quando verrà ciò che è perfetto,
ciò che è parzialmente finirà". Ma la nuova legge è parzialmente;
poiché l'Apostolo afferma: "Parzialmente conosciamo, e parzialmente
profetiamo". Dunque la nuova legge deve finire, col sopraggiungere
di un nuovo stato.
2. Il Signore promise ai suoi discepoli, con la venuta
dello Spirito Santo,
la conoscenza "di ogni verità". Ma la Chiesa non conosce
ancora ogni verità, nello stato del nuovo Testamento. Quindi
si deve attendere un altro stato, in cui lo Spirito Santo renderà
manifesta ogni verità.
3. Come il Padre è distinto dal Figlio e il Figlio dal Padre, così
lo Spirito Santo è distinto dal Padre e dal Figlio. Ora, ci fu uno
stato appropriato alla persona del Padre: cioè lo stato dell'antica
legge in cui gli uomini attendevano alla generazione. Così vi è uno
stato appropriato alla persona del Figlio: ed è lo stato della nuova
legge, nel quale predominano i chierici, che attendono alla sapienza,
la quale viene attribuita al Figlio. Dunque ci sarà un terzo stato
dello Spirito Santo in cui predomineranno gli spirituali.
4. Il Signore ha detto:
"Questo Vangelo del regno sarà predicato
in tutto il mondo, e allora verrà la fine". Ora, il Vangelo di Cristo è
stato già predicato in tutto il mondo; e tuttavia ancora non viene
la fine. Perciò il Vangelo di Cristo non è il Vangelo del regno, ma
deve venire un Vangelo dello Spirito Santo, come una nuova legge.
IN CONTRARIO: Il Signore ha affermato:
"Io vi dico che non passerà
questa generazione prima che sian successe tutte queste cose";
e il Crisostomo spiega che si tratta "della generazione dei credenti
in Cristo". Dunque lo stato dei credenti in Cristo durerà sino alla
fine del mondo.
RISPONDO: Lo stato del mondo può mutare in due modi. Primo,
col variare della legge: e in tal senso allo stato presente della nuova legge
non seguirà nessun altro stato. Infatti questo stato seguì
a quello dell'antica legge, come ciò che è perfetto segue a un dato
imperfetto. Ora, nessuno stato della vita presente può essere più
perfetto di quello della nuova legge. Poiché niente può essere più
vicino all'ultimo fine, di quanto introduce direttamente a codesto
fine. E la nuova legge fa precisamente questo, secondo la parola
dell'Apostolo: "Avendo dunque, o fratelli, piena facoltà d'ingresso
nel santuario in virtù del sangue di Cristo, per quella via nuova
che egli inaugurò per noi, accostiamoci a lui". Dunque non può
esserci uno stato più perfetto, nella vita presente, che lo stato della
nuova legge: poiché ogni cosa tanto più è perfetta, quanto più si
avvicina all'ultimo fine.
Secondo, lo stato dell'umanità può variare per il diverso comportamento
degli uomini verso una medesima legge, che essi possono
osservare più o meno perfettamente. E in tal senso spesso subì mutazioni
lo stato dell'antica legge: poiché in certi periodi le
leggi erano ottimamente osservate, e in altri erano del tutto trascurate.
E così può variare anche lo stato della nuova legge, secondo
la diversità di luoghi, di tempi e di persone, in quanto la grazia
dello Spirito Santo è posseduta in maniera più o meno perfetta.
Ma non si deve attendere uno stato futuro, in cui si potrà avere
la grazia dello Spirito Santo più perfettamente di quanto è avvenuto finora,
soprattutto rispetto agli Apostoli, i quali ricevettero "le primizie
dello Spirito Santo", e cioè, come spiega la Glossa, "prima degli altri,
e più in abbondanza".
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Come spiega Dionigi, tre sono gli
stati dell'umanità: il primo è quello dell'antica legge; il secondo
quello della legge nuova; e il terzo che ha da venire, non in questa vita,
ma nella patria beata. Ora, come il primo è figurale e imperfetto
in rapporto allo stato evangelico, così quest'ultimo è figurale
e imperfetto in rapporto allo stato della patria; alla venuta del
quale lo stato presente finirà, come dice appunto l'Apostolo: "Adesso
noi vediamo mediante uno specchio in enigma, allora vedremo
invece faccia a faccia".
2. Racconta S. Agostino che Montano e Priscilla ritenevano che
la promessa dello Spirito Santo fatta dal Signore non si fosse compiuta
negli Apostoli, bensì in loro. Così per i Manichei si sarebbe
avverata in Manete, che essi identificavano con lo Spirito Paraclito.
Ecco perché gli uni e gli altri non accettavano gli Atti degli Apostoli,
in cui si mostra chiaramente che quella promessa si è
avverata negli Apostoli, secondo la ripetuta affermazione del Signore: "Sarete
battezzati con lo Spirito Santo di qui a non molti giorni".
Ma queste fantasticherie sono escluse dalle parole evangeliche: "Lo Spirito
Santo non era stato ancora dato, perché Gesù
non era stato ancora glorificato"; parole le quali fanno capire
chiaramente che lo Spirito Santo fu dato subito appena Cristo fu glorificato
con la resurrezione e l'ascensione. E ciò serve a escludere
le fantasticherie di chiunque dicesse che si deve aspettare una nuova
epoca dello Spirito Santo.
Inoltre lo Spirito Santo ha insegnato agli Apostoli tutte le verità
necessarie alla salvezza: cioè tutte le cose da credere e da praticare.
Invece non li ammaestrò sugli eventi futuri; poiché, come dice la Scrittura,
questo non rientrava nei loro compiti: "Non sta a voi di sapere i tempi e i momenti,
che il Padre ha serbato in suo potere".
3. L'antica legge non era soltanto del Padre, ma anche del Figlio:
poiché l'antica legge prefigurava il Cristo. Infatti il Signore
afferma nel Vangelo: "Se aveste creduto a Mosè, avreste creduto
anche a me; poiché egli ha scritto di me". Così pure la nuova legge
non è soltanto di Cristo, ma anche dello Spirito Santo, secondo
l'espressione paolina: "La legge dello Spirito di vita in Cristo Gesù,
ecc.". Perciò non si deve attendere un'altra legge dello Spirito Santo.
4. Fin dal principio della predicazione evangelica Cristo ha affermato:
"Il
regno dei cieli è vicino". Perciò è cosa stoltissima dire
che il Vangelo di Cristo non è il Vangelo del regno. Però la predicazione
del Vangelo di Cristo si può intendere in due modi: primo,
come divulgazione della fama di Cristo e in tal senso il Vangelo
fu predicato in tutto il mondo già al tempo degli Apostoli, come
nota il Crisostomo. E in questo caso la predizione: "E allora verrà
la fine", va intesa della distruzione di Gerusalemme, di cui
letteralmente Gesù parlava. - Secondo, si può intendere come predicazione
del Vangelo in tutto il mondo con pieno successo, cioè
con la fondazione della Chiesa in ciascuna nazione. E in tal senso,
come dice S. Agostino, il Vangelo non è stato predicato in tutto il
mondo: ebbene, la fine del mondo avverrà dopo codesta predicazione.
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