Il Santo Rosario

La Fede

Somma Teologica II-II, q. 12

L'apostasia

Passiamo a trattare dell'apostasia.
Sull'argomento si pongono due quesiti: 1. Se l'apostasia rientri nell'incredulità; 2. Se l'apostasia dalla fede liberi i sudditi dal dominio dei superiori apostati.

ARTICOLO 1

Se l'apostasia rientri nell'incredulità

SEMBRA che l'apostasia non rientri nell'incredulità. Infatti:
1. Non sembra che rientri nell'incredulità ciò che costituisce il principio di tutti i peccati: poiché molti sono i peccati che non implicano l'incredulità. Ora, l'apostasia è principio di tutti i peccati, perché a detta dell'Ecclesiastico: "Inizio della superbia umana è l'apostasia da Dio"; e poi si afferma che "la superbia è principio d'ogni peccato". Dunque l'apostasia non rientra nell'incredulità.
2. L'incredulità si attua nell'intelletto. Invece l'apostasia si attua piuttosto nelle opere esterne e nelle parole, oppure nei moti interiori della volontà; poiché sta scritto: "Un apostata è un uomo che non ha niente di buono, procede con bocca perversa, ammicca con gli occhi, tenta col piede, parla col dito, nel cattivo suo cuore macchina il male, e in ogni tempo semina discordie". Inoltre uno sarebbe considerato apostata, se si circoncidesse, o se adorasse la tomba di Maometto. Perciò l'apostasia non rientra direttamente nell'incredulità.
3. L'eresia, per il fatto che rientra nell'incredulità è una specie determinata di essa. Quindi, se anche l'apostasia rientrasse nell'incredulità, dovrebbe essere una specie determinata di miscredenza. Ma da quanto sopra abbiamo detto questo non è vero. Dunque l'apostasia non rientra nell'incredulità.

IN CONTRARIO: Nel Vangelo si legge: "Parecchi dei suoi discepoli si tirarono indietro", cioè apostatarono. Ma a proposito di essi il Signore aveva detto: "Ci sono tra voi alcuni i quali non credono". Perciò l'apostasia rientra nell'incredulità.

RISPONDO: L'apostasia implica un abbandono di Dio. Ma questo può avvenire in diversi modi, secondo le diverse forme di adesione a Dio. L'uomo infatti può aderire a Dio per prima cosa con la fede; secondo, con la debita sottomissione della volontà nell'obbedire ai suoi comandamenti; terzo, con speciali osservanze supererogatorie, quali quelle connesse con la vita religiosa, o clericale, oppure con gli ordini sacri. Togliendo questa ultima cosa possono rimanere le precedenti; ma non viceversa. Quindi può capitare che uno si limiti ad apostatare da Dio abbandonando la religione che aveva professato, oppure l'ordine sacro ricevuto: e allora si parla di apostasia dalla vita religiosa, o dagli ordini sacri. Così pure capita di apostatare da Dio, con ribellione dell'anima ai comandamenti del Signore. Però con queste due apostasie, l'uomo può ancora rimanere unito a Dio con la fede. Ma se si allontana dalla fede, allora si allontana totalmente da lui. Perciò l'apostasia in senso pieno e assoluto è quella che consiste nell'abbandono della fede, e che è chiamata apostasia di perfidia o di miscredenza. Ed è così che l'apostasia in senso pieno rientra nell'incredulità.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Codesta obiezione parte dal secondo tipo di apostasia, che implica la volontà di ritrarsi dai comandamenti di Dio, presente in tutti i peccati mortali.
2. Nella fede non rientra soltanto l'adesione del cuore, ma anche la professione esterna della fede con le parole e con i fatti: poiché anche la confessione è un atto di fede. Ecco perché certe parole e certi atti fanno parte dell'incredulità, in quanto segni di essa, cioè come i segni della sanità meritano l'appellativo di sani. Del resto il testo riferito, pur essendo applicabile a qualsiasi apostasia, nella maniera più esatta conviene all'apostasia dalla fede. Infatti, essendo la fede "il primo fondamento delle cose sperate", ed "essendo impossibile piacere a Dio senza la fede"; se si toglie la fede, all'uomo non rimane niente che possa servire alla salvezza eterna. E per questo la Scrittura afferma che "l'apostata è un uomo che non ha niente di buono". Inoltre la fede è la vita dell'anima, secondo l'espressione di S. Paolo: "Il giusto vive di fede". Perciò, come eliminata la vita del corpo tutte le membra e tutte le parti del corpo perdono la debita disposizione; così eliminata la vita della grazia, dipendente dalla fede, appare il disordine in tutte le membra. Primo, nella bocca, che meglio di ogni altro organo manifesta l'interno del cuore; secondo, negli occhi; terzo, nelle facoltà di moto; quarto, nella volontà, che tende al male. E da ciò segue che uno semini discordie, cercando di allontanare altri dalla fede, come si è allontanato lui.
3. Le qualità e le forme non distinguono le loro specie in base al termine di un moto di allontanamento o di avvicinamento; ma piuttosto sono i moti a prendere le loro specie dai vari termini del moto stesso. Ora, l'apostasia sta all'incredulità come termine del moto di allontanamento dalla fede. Perciò l'apostasia non costituisce una determinata specie di incredulità, ma solo una circostanza aggravante, come si rileva da quelle parole di S. Pietro: "Meglio sarebbe stato per loro non conoscere la verità, anziché volgersi indietro dopo averla conosciuta".

ARTICOLO 2

Se chi comanda, apostatando dalla fede, perda il dominio sui sudditi, sciogliendo questi dall'obbedienza

SEMBRA che chi comanda, apostatando dalla fede, non perda il dominio sui sudditi, sciogliendo questi dall'obbedienza. Infatti:
1. S. Ambrogio fa notare, che "l'imperatore Giuliano, pur essendo apostata, aveva sotto di sé dei soldati cristiani, i quali gli ubbidivano, quando comandava loro di schierarsi in battaglia per la difesa dello stato". Dunque per l'apostasia del principe i sudditi non sono sciolti dalla sua dipendenza.
2. L'apostata non è che uno senza fede. Ora, si riscontra che alcuni uomini santi hanno servito fedelmente padroni infedeli: così fece Giuseppe col Faraone, Daniele con Nabucodonosor, e Mardocheo con Assuero. Dunque non si deve cessare di obbedire a chi comanda, per la sua apostasia dalla fede.
3. Ci si allontana da Dio non solo apostatando dalla fede, ma con qualsiasi peccato. Perciò se i principi perdessero il diritto di comandare per l'apostasia, lo perderebbero ugualmente per tutti gli altri peccati. Ma questo è manifestamente falso. Dunque non si deve negare l'obbedienza ai principi per la loro apostasia dalla fede.

IN CONTRARIO: S. Gregorio VII ha così decretato: "Attenendoci agli statuti dei santi nostri predecessori, noi sciogliamo con autorità apostolica dal giuramento coloro che sono legati col vincolo della fedeltà e del giuramento agli scomunicati, e proibiamo in tutti i modi di essere loro fedeli, fino a che non tornino a penitenza". Ora, gli apostati sono scomunicati, al pari degli eretici: come dicono le Decretali. Dunque non si deve obbedire ai principi che hanno apostatato la fede.

RISPONDO: Di suo l'incredulità non è incompatibile col dominio; poiché il dominio, come sopra abbiamo detto, deriva dal diritto delle genti, che è un diritto umano; mentre la distinzione tra fedeli e non fedeli deriva dal diritto divino, il quale non abolisce quello umano. Tuttavia uno può perdere il diritto al dominio in forza di una condanna, per i peccati di incredulità, come per altre colpe. Alla Chiesa però non spetta punire l'incredulità in coloro che mai hanno abbracciato la fede; secondo le parole dell'Apostolo: "Che devo forse giudicare io quei di fuori?". Invece può punire in giudizio l'incredulità di coloro che hanno abbracciato la fede. Ed è giusto che siano puniti con la perdita del dominio sui loro sudditi credenti: infatti codesto dominio potrebbe riuscire di grave pregiudizio per la fede; poiché, come abbiamo già notato, "l'apostata nel suo cuore macchina il male, e semina discordie", cercando di distogliere gli altri dalla fede. Perciò appena uno è dichiarato scomunicato per l'apostasia dalla fede, i suoi sudditi sono sciolti nell'atto stesso dal suo dominio, e dal giuramento di fedeltà.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. A quel tempo la Chiesa, essendo ancora recente, non aveva il potere di tenere a freno le autorità temporali. Quindi tollerò che i credenti ubbidissero a Giuliano l'Apostata nelle cose non contrarie alla fede, per evitare pericoli maggiori per la fede stessa.
2. La situazione degli altri miscredenti, che mai abbracciarono la fede, è differente, come abbiamo spiegato.
3. L'apostasia, come si è detto, separa l'uomo da Dio totalmente, il che non avviene in nessun altro peccato.