La Fede
Somma Teologica II-II, q. 16
I precetti riguardanti la fede, la scienza e l'intelletto
Eccoci finalmente a considerare i precetti riguardanti le cose suddette.
In proposito tratteremo due argomenti: 1. Dei precetti riguardanti la fede; 2. Dei precetti riguardanti i doni della scienza e dell'intelletto.
ARTICOLO
1
Se nell'antica legge si dovessero dare dei precetti sulla fede
SEMBRA che nell'antica legge si dovessero dare dei precetti sulla fede. Infatti:
1. Il precetto ha di mira ciò che è necessario e dovuto. Ora, per
l'uomo è sommamente necessario che egli creda, stando alle parole
di S. Paolo: "Senza la fede è impossibile piacere a Dio". Dunque in
modo assoluto bisognava dare dei precetti sulla fede.
2. Il nuovo Testamento è contenuto in quello vecchio, secondo le
spiegazioni date, come la realtà figurata nella sua figura. Ma nel
nuovo Testamento sono dati espressamente dei precetti sulla fede;
poiché sta scritto: "Credete in Dio, e credete anche in me". Quindi
nell'antica legge si dovevano dare dei precetti sulla fede.
3. Comandare l'atto di una virtù e proibire i vizi contrari sono
sullo stesso piano. Ora, nell'antica legge troviamo molti precetti
che proibiscono gli atti contro la fede; nell'Esodo, p. es., si legge: "Non avrai
dei stranieri al mio cospetto"; e nel Deuteronomio si
comanda di non ascoltare le parole dei profeti e dei sognatori che volevano
allontanare il popolo dalla fede di Dio. Perciò nell'antica
legge non dovevano mancare dei precetti sulla fede.
4. Come abbiamo detto sopra, la confessione è un atto di fede. Ma
nell'antica legge non mancano precetti sulla confessione e la propagazione
della fede. Infatti nell'Esodo è prescritto che si manifesti
ai propri figli che lo chiedono, quale sia la ragione dei riti pasquali;
e nel Deuteronomio viene comandato di uccidere colui che sparge
dottrine contro la fede. Dunque l'antica legge doveva dare dei precetti
sulla fede.
5. Tutti i libri dell'antico Testamento sono inclusi nel termine antica
legge; infatti il Signore afferma che nella legge sta scritto: "Mi odiano senza
ragione", e tuttavia codeste parole si trovano nei
Salmi. Ora, nell'Ecclesiastico si dice: "Voi che temete il Signore,
credete in lui". Dunque nell'antica legge non dovevano mancare i
precetti sulla fede.
IN CONTRARIO: L'Apostolo chiama l'antica legge
"la legge delle opere", in contrapposizione alla
"legge della fede". Perciò nella
legge antica non si dovevano dare dei precetti sulla fede.
RISPONDO: La legge può essere imposta soltanto da chi comanda
sui propri sudditi: perciò i precetti di una legge qualsiasi presuppongono
la sottomissione di chi riceve la legge a colui che la istituisce.
Ora, la prima sottomissione dell'uomo a Dio avviene mediante
la fede; poiché sta scritto: "Chi si accosta a Dio deve credere
che egli esiste". Perciò la fede è presupposta ai precetti della
legge. Ed ecco perché nell'Esodo le parole riguardanti la fede precedono
i precetti della legge: "Io sono il Signore Dio tuo, che ti ha
cavato dalla terra d'Egitto". Così pure nel Deuteronomio troviamo
la promessa: "Ascolta, o Israle. Il Signore Dio tuo è un Dio solo";
e subito comincia l'esposizione dei precetti. Ma poiché nella fede
molti sono i dogmi subordinati alla fede nell'esistenza di Dio, che è
il primo e principale di essi, come sopra abbiamo spiegato; presupposta
la fede in Dio, mediante la quale la mente umana accetta di
sottomettersi a lui, è possibile dare molteplici precetti sulle altre
verità di fede. S. Agostino, p. es., spiegando quel testo evangelico: "Questo è il mio
comandamento", afferma che molti sono i precetti,
che sono stati dati a noi sulla fede. Ma nell'antica legge non c'era
da esporre al popolo i segreti della fede. Perciò, presupposta la fede
in un unico Dio, nell'antica legge non furono dati altri precetti
sulle cose di fede.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La fede è necessaria come principio
della vita spirituale. Quindi è presupposta alla legge.
2. In quel testo anche il Signore presuppone già in parte la fede,
cioè la fede in un unico Dio, quando dice: "Voi credete in Dio";
quindi comanda qualche cosa di più, cioè la fede nell'Incarnazione,
secondo la quale un solo essere è Dio e uomo. Ma questo sviluppo
nella fede è proprio del nuovo Testamento. Perciò aggiunge: "Credete
anche in me".
3. I precetti negativi riguardano i peccati, che corrompono la
virtù. E la virtù viene corrotta sempre da particolari difetti, come
abbiamo già notato. Perciò, presupposta la fede in un Dio unico,
nell'antica legge bisognava dare delle proibizioni, per stornare gli
uomini dai particolari difetti, capaci di corrompere la fede.
4. Anche la confessione e l'insegnamento della fede presuppongono
la sottomissione dell'uomo a Dio mediante la fede. Quindi nell'antica
legge sono più ammissibili dei precetti sulla confessione e
sull'insegnamento della fede, che sulla fede stessa.
5. Anche in quel testo si presuppone la fede nell'esistenza di Dio.
Infatti vi si trova la premessa: "Voi che temete Dio"; e ciò non
potrebbe essere senza la fede. Le parole che seguono: "Credete in lui", vanno riferite a dogmi particolari, e specialmente alle cose
promesse da Dio a coloro che ubbidiscono a lui. Infatti il testo
continua: "e non andrà perduta la vostra ricompensa".
ARTICOLO
2
Se nell'antica legge siano stati dati in modo conveniente
i precetti relativi alla scienza e all'intelletto
SEMBRA che nell'antica legge non siano stati dati in modo conveniente
i precetti relativi alla scienza e all'intelletto. Infatti:
1. Scienza e intelletto riguardano la conoscenza. Ora, la conoscenza
precede l'azione e la dirige. Quindi i precetti riguardanti la
scienza e l'intelletto devono precedere quelli che riguardano le
azioni. Perciò, siccome i primi precetti della legge sono quelli del
decalogo, bisognava mettere alcuni precetti relativi alla scienza e
all'intelletto tra i precetti del decalogo.
2. L'istruzione precede l'insegnamento: infatti un uomo prima
di insegnare deve imparare da altri. E nell'antica legge non mancano
precetti sull'insegnamento: né affermativi, p. es., là dove si
dice: "Le insegnerai ai tuoi figlioli e nipoti"; e neppure negativi,
p. es.: "Non aggiungete e non togliete alcuna cosa a ciò che io vi dico". Perciò si dovevano dare anche dei comandamenti che spingessero
gli uomini ad istruirsi.
3. La scienza e l'intelletto sono più necessari al sacerdote che al
re; in Malachia infatti sta scritto: "Le labbra del sacerdote devono
custodire la scienza, e dalla sua bocca ricercheranno la legge"; e
in Osea: "Giacché la scienza tu l'hai rigettata, io rigetterò te dal
ministero di mio sacerdote". Ora, nel Deuteronomio si comanda al
re di apprendere la scienza della legge. Dunque a maggior ragione
nella legge si doveva comandare tale istruzione ai sacerdoti.
4. Mentre si dorme è impossibile meditare ciò che è oggetto della
scienza e dell'intelletto. E tale meditazione è impedita anche dalle
occupazioni estranee. Dunque non è ragionevole quel precetto del
Deuteronomio: "Mediterai queste parole tanto sedendo in casa tua,
quanto camminando per viaggio, quando dormi e quando ti leverai".
Perciò nell'antica legge non sono dati in maniera conveniente
i precetti relativi alla scienza e all'intelletto.
IN CONTRARIO: Sta scritto:
"Tutti, ascoltando questi precetti, diranno:
Ecco un popolo sapiente ed intelligente".
RISPONDO: A proposito della scienza e dell'intelletto si possono
considerare tre cose: primo, l'apprendimento; secondo, l'uso; terzo,
la conservazione di essi. L'apprendimento della scienza e dell'intelletto
si fa mediante l'insegnamento e l'istruzione. E nella legge
viene comandata l'una e l'altra cosa. Infatti a proposito dell'istruzione
si legge nel Deuteronomio: "Queste parole, che io ti bandisco,
staranno nel tuo cuore": poiché il discepolo ha il compito
di applicarsi a ciò che viene detto. E a proposito dell'insegnamento
abbiamo la frase seguente: "Le ripeterai ai tuoi figlioli". - L'uso,
poi, della scienza e dell'intelletto consiste nella meditazione di
quanto uno sa, o apprende. Ecco il perché delle espressioni
successive: "E le mediterai sedendo in casa tua, ecc.". - Finalmente la
conservazione viene assicurata dalla memoria. Ed ecco in proposito
il precetto della legge: "Le legherai come segno alla tua mano, e
staranno e si muoveranno sotto ai tuoi occhi, e le scriverai sulle
soglie e sulla porta di casa tua". Si comanda così il continuo ricordo
dei comandamenti di Dio; infatti non possono mai uscire
dalla nostra memoria le cose che sono di continuo oggetto dei nostri
sensi, come le cose che abbiamo in mano, o sotto gli occhi; e
nelle quali dobbiamo imbatterci spesso, come la porta di casa. Perciò
in un altro testo si dice anche più chiaramente: "Non dimenticare
le cose che hai visto con gli occhi tuoi, e non ti escano dal
cuore in tutto il tempo della tua vita". - Tali ordini sono anche più
frequenti nel nuovo Testamento, sia nell'insegnamento del Vangelo,
che in quello degli apostoli.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Sta scritto nel Deuteronomio:
"Questa sarà la vostra sapienza ed intelligenza di fronte ai
popoli".
Da ciò si rileva che la scienza e l'intelletto di chi crede in
Dio consiste nei precetti della legge. Ecco perché prima bisognava
proporre codesti precetti, e poi esortare gli uomini ad averne la
scienza e l'intelletto. Perciò i precetti relativi a queste ultime cose
non dovevano comparire tra i precetti del decalogo, che vanno al primo posto.
2. Nella legge, come abbiamo notato, non mancano precetti neppure
per l'istruzione. Tuttavia viene comandato più espressamente
l'insegnamento che l'istruzione; perché l'insegnamento riguarda
i maggiorenti, che, essendo padroni di loro stessi, e immediatamente
soggetti alla legge, dovevano direttamente riceverne i precetti.
Invece l'istruzione riguarda gli umili, che sono chiamati a ricevere
i precetti della legge dai maggiorenti.
3. La scienza della legge è
così connessa con l'ufficio del sacerdote,
da doversi considerare imposta con l'ufficio medesimo. Ecco
perché non era necessario un precetto sull'istruzione dei sacerdoti.
Invece l'insegnamento della legge di Dio non è così connesso con
l'ufficio di re: poiché il re viene preposto al popolo nelle cose temporali.
E perciò viene comandato espressamente che il re venga
istruito dai sacerdoti nella legge di Dio.
4. Codesto precetto della legge non va inteso nel senso che l'uomo
deve meditare la legge di Dio mentre dorme: ma che andando a dormire
mediti la legge del Signore; poiché così anche mentre dormono
gli uomini si trovano ad avere fantasmi più buoni, per l'influsso
che i moti avuti da svegli esercitano nel sonno, come spiega il Filosofo. - Parimente,
là dove viene comandato di meditare la legge
in ogni azione, non è imposto di pensare sempre in modo attuale
alla legge, ma di compiere ogni cosa secondo la legge.
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