Il Santo Rosario

La Fede

Somma Teologica II-II, q. 7

Gli effetti della fede

Ed eccoci a considerare gli effetti della fede.
Sull'argomento si pongono due quesiti: 1. Se il timore sia effetto della fede; 2. Se sia effetto della fede la purificazione del cuore.

ARTICOLO 1

Se il timore sia effetto della fede

SEMBRA che il timore non sia un effetto della fede. Infatti:
1. L'effetto non può precedere la causa. Ma il timore precede la fede; poiché sta scritto: "Voi che temete Dio, credete in lui". Dunque il timore non è un effetto della fede.
2. La stessa cosa non può essere causa di effetti contrari. Ora, timore e speranza sono contrari, come sopra abbiamo visto; "ma la fede genera la speranza", come afferma la Glossa. Dunque non è causa del timore.
3. Una cosa non può essere causa del suo contrario. Ora, oggetto della fede è un bene: la prima verità. Invece oggetto del timore è il male, come sopra abbiamo visto. E poiché gli atti, secondo le spiegazioni date, sono specificati dall'oggetto, la fede non può essere causa del timore.

IN CONTRARIO: Sta scritto: "I demoni credono e tremano".

RISPONDO: Il timore è un moto delle potenze appetitive, come sopra abbiamo visto. Ora, principio, o causa di tutti i moti appetitivi è il bene, o il male che uno percepisce. Quindi è necessario che principio del timore e di tutti i moti appetitivi sia una percezione, o conoscenza. Ma la fede ci dà appunto una nozione di certi mali, che sono inflitti come castighi secondo il giudizio di Dio: ed è così che la fede causa il timore servile, per cui uno teme di essere punito da Dio. Ma la fede è anche causa del timore filiale, per cui uno teme di essere separato da Dio, o di paragonarsi a lui, avendone rispetto; poiché mediante la fede raggiungiamo la convinzione che Dio è un bene immenso e altissimo, che separarsi da lui è il peggiore dei mali, e che paragonarsi a lui è cosa perversa. Ma causa del primo timore, cioè di quello servile, è la fede informe. Mentre causa del secondo, cioè del timore filiale, è la fede formata, la quale mediante la carità unisce l'uomo a Dio e a lui lo sottomette.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Il timore di Dio non può precedere la fede totalmente: perché se ignorassimo quanto la fede ci dice a proposito dei suoi premi e dei suoi castighi, non ne avremmo nessun timore. Presupposta però la fede di certi articoli, p. es. della trascendenza divina, segue un timore riverenziale, che spinge l'uomo a sottomettere a Dio il proprio intelletto, credendo a tutte le cose che Dio promette. Perciò il passo indicato continua: "e non andrà perduta la vostra ricompensa".
2. Una cosa può anche essere causa di effetti contrari, però non sotto il medesimo aspetto. Ora, la fede genera la speranza in quanto ci dà un'idea del premio che Dio prepara ai giusti. Ed è causa del timore, dandoci un'idea delle pene che Dio infligge ai peccatori.
3. L'oggetto primo e formale della fede è la prima verità, che è un bene. Però tra le verità che sono materia di fede ci sono anche dei mali: p. es., che è una colpa non sottomettersi a Dio, o separarsi da lui; oppure che i peccatori saranno da lui sottoposti al castigo. E da questo lato la fede può essere causa del timore.

ARTICOLO 2

Se sia un effetto della fede la purificazione del cuore

SEMBRA che la purificazione del cuore non sia un effetto della fede. Infatti:
1. La purezza del cuore consiste specialmente negli affetti. Ma la fede è nell'intelletto. Quindi la fede non causa la purificazione del cuore.
2. Quanto causa la purificazione del cuore è incompatibile con l'impurità. Ora, la fede può coesistere con l'impurità del peccato: come è evidente in coloro che hanno la fede informe. Dunque la fede non purifica il cuore.
3. Se la fede purificasse in qualche modo il cuore umano, purificherebbe specialmente l'intelletto dell'uomo. Invece essa non purifica l'intelletto dall'oscurità: essendo una conoscenza enigmatica. Perciò la fede in nessun modo purifica il cuore.

IN CONTRARIO: S. Pietro ha detto: "avendo purificato i loro cuori mediante la fede".

RISPONDO: L'impurità di qualsiasi cosa consiste nel fatto che è mescolata con sostanze più vili: infatti l'argento non è impuro se è mescolato con l'oro, che lo rende più prezioso, ma se è mescolato col piombo o con lo stagno. Ora, è evidente che la creatura ragionevole è superiore a tutte le creature temporali e corporee. Perciò diviene impura, sottomettendosi ad esse con l'amore. E da questa impurità viene purificata con un moto contrario: cioè dirigendosi verso le cose che sono ad essa superiori, cioè verso Dio. E il principio di codesto moto è appunto la fede; poiché, come dice S. Paolo, "per chi si avvicina a Dio è necessario credere". Perciò la fede è la causa, o il principio primo della purificazione del cuore: e se essa è informata dalla carità, produce una purificazione completa.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Le cose di ordine intellettivo sono principio di quelle di ordine affettivo: in quanto è il bene conosciuto a muovere gli affetti.
2. La stessa fede informe toglie una certa impurità che le si oppone, vale a dire l'impurità dell'errore, provocata dall'attaccamento disordinato dell'intelletto umano alle cose inferiori, mentre pretende di misurare le cose di Dio secondo la natura delle cose sensibili. Ma quando la fede viene informata dalla carità allora esclude qualsiasi impurità: poiché, come dice il libro dei Proverbi, "la carità ricopre tutte le colpe".
3. L'oscurità della fede non dipende dall'impurità della colpa; ma dalla limitazione naturale dell'intelletto umano nello stato della vita presente.