Il Santo Rosario

La Speranza

Somma Teologica II-II, q. 21

La presunzione

Eccoci a trattare della presunzione.
Sull'argomento si pongono quattro quesiti: 1. Quale sia l'oggetto su cui si appoggia la presunzione; 2. Se essa sia peccato; 3. A che cosa si contrapponga; 4. Da quale vizio essa derivi.

ARTICOLO 1

Se la presunzione si appoggi su Dio, o sulla propria capacità

SEMBRA che la presunzione, che è un peccato contro lo Spirito Santo, non si appoggi su Dio, ma sulla propria virtù. Infatti:
1. Quanto minore è la virtù, tanto più pecca chi in essa si appoggia eccessivamente. Ma la virtù dell'uomo è minore di quella di Dio. Quindi pecca più gravemente chi presume della virtù umana, che colui il quale presume della virtù divina. Ma il peccato contro lo Spirito Santo è gravissimo. Dunque la presunzione, che costituisce una delle specie dei peccati contro lo Spirito Santo, si appoggia più sulla virtù dell'uomo che su quella di Dio.
2. Da un peccato contro lo Spirito Santo nascono altri peccati: infatti si dice peccato contro lo Spirito Santo la malizia per la quale uno pecca. Ora, gli altri peccati nascono più dalla presunzione con la quale un uomo presume di se stesso, che dalla presunzione con la quale presume di Dio: poiché l'amor proprio, come insegna S. Agostino, è la causa dei peccati. Perciò la presunzione, che è uno dei peccati contro lo Spirito Santo, si appoggia sulla capacità dell'uomo.
3. Il peccato nasce dalla disordinata conversione a un bene transitorio. Ma la presunzione è un peccato. Dunque essa nasce più dalla, conversione alla capacità dell'uomo, bene transitorio, che dalla conversione alla virtù di Dio, che è un bene eterno.

IN CONTRARIO: Come nella disperazione uno disprezza la misericordia divina, sulla quale si appoggia la speranza; così nella presunzione disprezza la divina giustizia, che punisce i peccatori. Ma in Dio, come c'è la misericordia, c'è anche la giustizia. Quindi come la disperazione risulta dall'aversione da Dio, così la presunzione risulta da una disordinata conversione verso di lui.

RISPONDO: La presunzione implica un eccesso di speranza. Ora, oggetto della speranza è un bene arduo raggiungibile. E una cosa può essere raggiungibile per l'uomo in due maniere: primo, mediante la propria capacità; secondo, mediante la virtù di Dio. Quindi può esserci presunzione esagerando nell'una e nell'altra speranza. Infatti nella speranza in cui uno confida nelle proprie forze è presunzione mirare come a qualche cosa di raggiungibile, nel perseguire un oggetto che sorpassa la propria capacità. E nella Scrittura si legge: "Tu umilii quelli che presumono di sé". E tale presunzione è in contrasto con la virtù della magnanimità, che sa tenere il giusto mezzo in questo tipo di speranza.
Invece in rapporto alla speranza, con la quale uno si appoggia alla potenza di Dio, ci può essere presunzione per il fatto che uno persegue come un bene raggiungibile mediante la potenza e la misericordia di Dio, una cosa che tale non è: come quando uno spera di ottenere il perdono senza pentimento, o la gloria senza i meriti. E questa presunzione propriamente è uno dei peccati contro lo Spirito Santo: perché con essa si trascura o si disprezza l'aiuto dello Spirito Santo, da cui l'uomo viene risollevato dai peccati.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Abbiamo già visto che i peccati contro Dio nel loro genere sono più gravi degli altri. Perciò la presunzione con la quale uno si fonda disordinatamente su Dio è più grave della presunzione con la quale si fonda sulla propria capacità. Infatti contare sulla potenza di Dio per raggiungere ciò che a Dio non si addice, è un degradare la virtù di Dio. Perciò è dimostrato che pecca più gravemente chi sminuisce la potenza di Dio, che colui il quale esagera nell'esaltare la propria capacità.
2. La presunzione con la quale uno presume di Dio implica anche l'amor proprio, col quale uno vuole disordinatamente il proprio bene. Infatti noi pensiamo di poter raggiungere facilmente, servendoci di altri, ciò che molto desideriamo, anche se non è raggiungibile.
3. La presunzione della misericordia divina è conversione a un bene transitorio, in quanto nasce dal desiderio disordinato del proprio bene; ed è aversione dal bene eterno in quanto attribuisce alla potenza di Dio ciò che ad essa non si addice; infatti l'uomo in tal modo si allontana dalla verità divina.

ARTICOLO 2

Se la presunzione sia peccato

SEMBRA che la presunzione non sia peccato. Infatti:
1. Nessun peccato può costituire un motivo per essere esauditi da Dio. Ora, alcuni sono esauditi da Dio per la loro presunzione; poiché sta scritto: "Esaudisci me miserabile che ti supplico e presumo della tua misericordia". Dunque presumere della divina misericordia non è peccato.
2. La presunzione implica un eccesso di speranza. Ma nella speranza verso Dio non ci può essere un eccesso, essendo infinita la sua potenza e la sua misericordia. Perciò la presunzione non è peccato.
3. Un peccato non può certo scusare da un peccato. Ora, la presunzione scusa dal peccato: infatti il Maestro delle Sentenze insegna che Adamo peccò meno gravemente, perché peccò nella speranza del perdono, facendo così, come sembra, un atto di presunzione. Dunque la presunzione non è peccato.

IN CONTRARIO: La presunzione è posta tra i peccati contro lo Spirito Santo.

RISPONDO: Come abbiamo già detto a proposito della disperazione, tutti i moti dell'appetito conformi a un concetto sbagliato sono di per sé cattivi e peccaminosi. Ora, la presunzione è un moto dell'appetito: poiché implica una speranza sregolata. Ed è conforme a un concetto sbagliato, come la disperazione. Infatti come è falso che Dio non perdoni chi è pentito, o che non muova a penitenza i peccatori, così è falso che egli conceda il perdono a chi persevera nel peccato, e che elargisca la gloria a coloro che cessano dal ben operare. Convinzione questa con la quale si accorda l'atto della presunzione. Quindi la presunzione è peccato. Però meno della disperazione: cioè nella misura in cui a Dio appartiene di più, per la sua infinita bontà, usare misericordia e perdonare, piuttosto che punire. Infatti il perdono conviene a Dio per la sua natura; mentre la punizione è dovuta ai nostri peccati.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Talora presumere è usato nel senso di sperare: poiché anche la speranza onesta che si ha di Dio sembra presunzione, se si misura secondo la condizione umana. Ma non è presunzione, se si considera l'immensità della bontà divina.
2. La presunzione non implica un eccesso di speranza, per il fatto che uno spera troppo da Dio: ma perché spera da Dio quello che non è degno di Dio. E questo equivale a sperare troppo poco da lui: poiché è sminuire in qualche modo la sua virtù, come abbiamo detto nell'articolo precedente.
3. Peccare col proposito di perseverare nel peccato per la speranza del perdono è un atto di presunzione. E questo non diminuisce, ma accresce la colpa. Invece peccare con la speranza di essere poi perdonati, ma col proposito di astenersi dal peccato e di espiarlo, non è un atto di presunzione; e questo diminuisce la colpa: poiché uno mostra così di avere una volontà meno ostinata nel peccato.

ARTICOLO 3

Se la presunzione sia più contraria al timore che alla speranza

SEMBRA che la presunzione sia più contraria al timore che alla speranza. Infatti:
1. Un disordine nel timore è contrario a un timore onesto. Ora, la presunzione sembra ridursi a un disordine nel timore; poiché sta scritto: "Sempre presume il peggio una coscienza turbata", e ancora: "Il timore è un aiuto alla presunzione". Dunque la presunzione è più contraria al timore che alla speranza.
2. Contrarie sono le cose che più distano tra loro. Ora, la presunzione dista dal timore più che dalla speranza: poiché la presunzione implica un moto verso l'oggetto, come la speranza; il timore invece implica una fuga dall'oggetto. Perciò la presunzione è più contraria al timore che alla speranza.
3. La presunzione esclude totalmente il timore: mentre non esclude totalmente la speranza, bensì la sola rettitudine della speranza. E poiché i contrari sono incompatibili tra loro, sembra che la presunzione sia più contraria al timore che alla speranza.

IN CONTRARIO: Per ogni virtù ci sono due vizi contrari: per la fortezza, p. es., ci sono la vigliaccheria e l'audacia. Ora, il peccato di presunzione è contrario al peccato di disperazione, che direttamente si contrappone alla speranza. Dunque anche la presunzione si contrappone direttamente alla speranza.

RISPONDO: Come insegna S. Agostino, "tutte le virtù non solo hanno dei vizi contrari in maniera evidente, come la temerarietà rispetto alla prudenza; ma ne hanno pure di vicini e somiglianti, non in realtà, bensì per un'ingannevole somiglianza, come l'astuzia, p. es., rispetto alla prudenza". E anche il Filosofo afferma che la virtù sembra avere maggiore affinità con uno dei vizi opposti che col suo contrario: la temperanza, p. es., sembra affine all'insensibilità e la fortezza all'audacia. Perciò la presunzione sembra avere un'evidente contrarietà col timore: specialmente a quello servile, che ha per oggetto i castighi inflitti dalla divina giustizia, e dei quali la presunzione spera il condono. Ma nonostante una certa ingannevole affinità, essa è più contraria alla speranza: poiché implica una sregolata speranza nei riguardi di Dio. E poiché le cose di un medesimo genere si oppongono più direttamente tra loro, di quelle appartenenti a generi diversi (infatti i contrari sono del medesimo genere), la presunzione si oppone più direttamente alla speranza che al timore. Infatti entrambe riguardano il medesimo oggetto sul quale si appoggiano: la speranza però in modo regolato, e la presunzione in modo sregolato.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Il termine presunzione è usato abusivamente, come quello di speranza quando si parla di mali, ed è usato propriamente quando si parla di beni. Ed è in quel senso che la presunzione può dirsi un timore sregolato.
2. I contrari sono cose che distano tra loro al massimo nel medesimo genere. Ora, la presunzione e la speranza implicano un moto del medesimo genere, il quale può essere ordinato o disordinato. Perciò la presunzione è contraria più direttamente alla speranza che al timore: infatti essa è contraria alla speranza in forza della differenza specifica, cioè come ciò che è ordinato a ciò che è disordinato; mentre è contraria al timore in forza di una differenza generica, cioè in base al moto della speranza.
3. La presunzione, essendo contraria al timore per una contrarietà nel genere, restando contraria alla virtù della speranza per una contrarietà nella differenza, esclude totalmente il timore, anche come genere: ma non esclude la speranza che a motivo della sua differenza, cioè la esclude come virtù.

ARTICOLO 4

Se la presunzione sia prodotta dalla vanagloria

SEMBRA che la presunzione non sia prodotta dalla vanagloria. Infatti:
1. La presunzione si appoggia persino esageratamente sulla divina misericordia. Ma la misericordia si riferisce alla miseria, che è l'opposto della gloria. Dunque la presunzione non nasce dalla vanagloria.
2. La presunzione è il contrario della disperazione. Ora, la disperazione nasce, come abbiamo visto, dal dolore, o tristezza. E poiché i contrari hanno cause opposte, sembra che la presunzione nasca dal piacere. Quindi sembra che derivi dai vizi carnali, i cui piaceri sono più forti.
3. Il vizio della presunzione consiste nel fatto che uno tende ad un bene irraggiungibile, come se fosse raggiungibile. Ma stimare possibile ciò che è impossibile proviene dall'ignoranza. Dunque la presunzione viene più dall'ignoranza che dalla vanagloria.

IN CONTRARIO: S. Gregorio insegna che "la presunzione delle novità" è figlia della vanagloria.

RISPONDO: Come sopra abbiamo notato, ci sono due tipi di presunzione. La prima si fonda sulla propria capacità, mirando a cose che superano le proprie forze, come se fossero raggiungibili. E tale presunzione deriva chiaramente dalla vanagloria: infatti dal desiderio che uno ha di ottenere molta gloria, segue il tentativo di compiere cose superiori alle proprie forze. E la tentazione viene specialmente dalle cose nuove, che suscitano maggiore ammirazione. Ecco perché S. Gregorio dice espressamente che "la presunzione di novità è figlia della vanagloria".
La seconda presunzione, invece, si fonda sulla misericordia e sulla potenza di Dio, da cui si spera di ottenere la gloria senza i meriti, e il perdono senza il pentimento. E tale presunzione nasce direttamente dalla superbia; perché così uno stima se stesso fino al punto da pensare che, anche se pecca, Dio non lo punisca o non lo escluda dalla gloria.
Sono così risolte anche le difficoltà.