L'Annunciazione
Summa Theologiae
Somma Teologica III, q. 30
L'annunziazione della Beata Vergine
Passiamo ora a considerare l'annunziazione della Beata Vergine.
Su di essa ci poniamo quattro quesiti: 1. Se fosse conveniente che le venisse annunziato quanto doveva compiersi in lei.
2. Chi doveva annunziarglielo; 3. In che modo glielo dovesse annunziare; 4. L'ordine dell'annunziazione.
ARTICOLO 1
Se fosse necessario che alla Beata Vergine venisse annunziato quanto doveva avvenire in lei
SEMBRA che non fosse necessario che venisse annunziato alla
Beata Vergine quanto doveva avvenire in lei. Infatti:
1. L'annunziazione era necessaria soltanto per ottenere il
consenso della Vergine. Ma il suo consenso non era necessario, essendo
stato il concepimento della Vergine già vaticinato con una profezia
di predestinazione, la quale, come dice una Glossa, "si avvera
senza il nostro arbitrio". Dunque non era necessaria tale
annunziazione.
2. La Beata Vergine credeva nell'incarnazione, senza di che
nessuno poteva essere in stato di salvezza, secondo l'affermazione
di S. Paolo, che "la giustizia di Dio si ha per mezzo della fede
in Gesù Cristo". Ma nessuno ha bisogno di essere necessariamente
informato di quanto crede con certezza di fede. Dunque non era
necessario per la Beata Vergine che le fosse annunziata
l'incarnazione del Figlio.
3. Come la Beata Vergine ha concepito corporalmente Cristo,
così ogni anima santa lo concepisce spiritualmente, secondo le
parole dell'Apostolo ai Galati: "Figlioli miei, per i quali continuo
a soffrire le doglie del parto, finché sia formato Cristo in voi".
Ma a coloro che lo devono concepire spiritualmente, non viene
annunziata tale concezione. Dunque neppure si doveva
annunziare alla Beata Vergine che avrebbe concepito nel suo seno il
Figlio di Dio.
IN CONTRARIO: Il Vangelo attesta che l'Angelo disse a lei:
"Ecco, tu concepirai nel tuo seno e darai alla luce un
figlio".
RISPONDO: Era opportuno che alla Beata Vergine fosse
annunziato il concepimento di Cristo. Primo, per salvare il debito ordine
nell'unione del Figlio di Dio con la Vergine: in modo che essa
prima di concepirlo nella carne lo concepisse nella mente. Per cui
S. Agostino dichiara: "È più beata Maria nel ricevere la fede di
Cristo che nel concepire la carne di Cristo". E poi soggiunge: "L'intimità materna non avrebbe giovato a Maria, se non avesse
sentito più gioia di portare Cristo nel cuore che di portarlo nel
seno".
Secondo,
perché la Vergine potesse essere testimone più
consapevole di questo mistero, dopo esserne stata istruita divinamente.
Terzo, perché offrisse a Dio l'omaggio volontario della sua
devozione, come fece con prontezza dicendo: "Ecco l'ancella del
Signore".
Quarto, per manifestare l'esistenza di un matrimonio spirituale
tra il Figlio di Dio e la natura umana. Cosicché l'annunziazione
aveva il compito di chiedere il consenso alla Vergine in nome di
tutto il genere umano.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ:
1. La profezia di predestinazione
si avvera, senza che il nostro arbitrio ne sia la causa; ma non
senza che il nostro arbitrio vi consenta.
2. La Beata Vergine aveva fede esplicita nell'incarnazione
futura; ma, umile com'era, non pensava che sarebbe stata chiamata
lei a tanto onore. E quindi doveva essere informata al riguardo.
3. La concezione spirituale di Cristo mediante la fede vien
preceduta dall'annunzio fatto per mezzo della predicazione, conforme
a quello che dice l'Apostolo: "La fede dipende dall'ascoltare".
Questo annunzio però non dà la certezza di essere in grazia, ma
la certezza che è vera la fede annunziata.
ARTICOLO
2
Se l'annunzio alla Beata Vergine dovesse esser fatto da un angelo
SEMBRA che l'annunzio alla Beata Vergine non dovesse esser
fatto da un angelo. Infatti:
1. Agli angeli supremi Dio fa le sue rivelazioni senza
intermediari, come dice Dionigi. Ma la Madre di Dio è stata esaltata al
di sopra di tutti gli angeli. Dunque il mistero dell'incarnazione
le doveva esser rivelato da Dio direttamente e non per mezzo di
un angelo.
2. Se in questa circostanza era opportuno rispettare l'ordine
generale per cui le cose divine vengono comunicate agli uomini
per mezzo degli angeli, doveva anche rispettarsi l'ordine per cui
è l'uomo che fa conoscere alla donna le cose divine, conforme alle
parole dell'Apostolo: "Le donne tacciano nelle riunioni, e se vogliono essere istruite in qualche cosa, interroghino i loro mariti a
casa". Dunque il mistero dell'incarnazione doveva essere
annunziato alla Beata Vergine da un uomo; tanto più che Giuseppe
suo sposo, ne fu informato da un angelo, come si legge nel Vangelo.
3. Nessuno può annunziare ciò che non conosce. Ma gli angeli
supremi non conoscevano bene il mistero dell'incarnazione, tanto
che Dionigi attribuisce a loro la domanda riferita dal profeta: "Chi è costui che viene da Edom". Dunque nessun angelo era
in grado di annunziare adeguatamente l'incarnazione.
4. Più grande è il messaggio e più grande dev'essere il messaggero.
Ma il mistero dell'incarnazione è il più grande messaggio
tra tutti quelli che gli angeli hanno annunziato agli uomini. Se
esso quindi doveva essere annunziato da un angelo, doveva
affidarsi a uno dell'ordine supremo. Gabriele invece non è dell'ordine
supremo, ma dell'ordine degli arcangeli: che è il penultimo, come
si rileva dalle parole della liturgia: "Sappiamo che a te ha parlato
da parte di Dio l'arcangelo Gabriele". Dunque l'annunziazione
suddetta non è stata affidata convenientemente all'arcangelo
Gabriele.
IN CONTRARIO: Nel Vangelo si legge:
"L'angelo Gabriele fu inviato
da Dio, ecc.".
RISPONDO: Per tre ragioni era conveniente che alla Madre di
Dio il mistero dell'incarnazione divina fosse annunziato da un
angelo. Primo, perché anche in questa occasione fosse rispettata
la disposizione di Dio di comunicare con gli uomini mediante gli
angeli. Scrive in proposito Dionigi: "Del mistero divino della
bontà di Gesù furono edotti gli angeli e poi per essi passò a noi la
grazia di conoscerlo. Così il divinissimo Gabriele informò Zaccaria
che un profeta sarebbe nato da lui e spiegò a Maria come in lei
si sarebbe compiuto il supremo mistero della concezione
dell'ineffabile Dio".
Secondo, ciò era conveniente alla salvezza dell'uomo che Cristo
avrebbe compiuto. "Era giusto", spiega S. Beda, "che la salvezza
dell'uomo avesse inizio con l'invio di un angelo alla Vergine, la
quale doveva essere consacrata dalla maternità divina; poiché la
causa primordiale della rovina dell'uomo era stata l'invio del
serpente da parte del diavolo alla donna, che doveva essere ingannata
dallo spirito di superbia".
Terzo, ciò era in armonia con la verginità della Madre di Dio.
Di qui le parole di S. Girolamo: "Era giusto che un angelo fosse
mandato alla Vergine, perché c'è sempre parentela tra la verginità
e gli angeli. Certamente non è vita terrena ma celeste vivere nella
carne al di sopra della carne".
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ:
1. La Madre di Dio era superiore
agli angeli per la dignità a cui Dio l'aveva eletta. Ma era
inferiore agli angeli per lo stato della vita presente. Perché Cristo
stesso riguardo alla sua vita passibile "è stato per breve tempo
inferiore agli angeli", come si esprime S. Paolo. Cristo però
essendo viatore e comprensore non aveva bisogno d'essere istruito dagli
angeli sulle cose divine. Invece la Madre di Dio non era ancora
nello stato dei comprensori. Perciò era giusto che fosse istruita
dagli angeli sul suo concepimento divino.
2. Come osserva S. Agostino, era giusto che la Beata Vergine
Maria venisse esentata da alcune leggi generali. Poiché "non
furono moltiplicati i suoi concepimenti, e non fu sotto il potere dell'uomo" cioè del marito,
"lei che nel suo grembo assolutamente
integro accolse Cristo dallo Spirito Santo". Similmente non
doveva essere istruita sul mistero dell'incarnazione per mezzo di un
uomo, ma per mezzo di un angelo. Per questo essa venne
informata prima di Giuseppe: lei prima di concepire, Giuseppe dopo
il concepimento.
3. Come risulta dal testo citato di Dionigi gli angeli, pur
conoscendo il mistero dell'incarnazione, interrogano, desiderando di
sapere più perfettamente da Cristo le ragioni di questo mistero,
incomprensibili a ogni intelligenza creata. Di qui le parole di
S. Massimo: "Non si può dubitare che gli angeli abbiano
conosciuto in anticipo l'incarnazione. Ma essi ignoravano il misterioso
concepimento del Signore e in qual modo il Figlio generato
integro del Padre, potesse rimanere integro in tutte le cose e inoltre
nel seno della Vergine".
4. Alcuni dicono che Gabriele appartiene all'ordine supremo,
fondandosi sulle parole di S. Gregorio: "Era giusto che venisse
l'angelo sommo ad annunziare la più grande di tutte le cose".
Ma ciò non significa che fosse il supremo rispetto a tutti gli
ordini, bensì rispetto agli angeli; apparteneva infatti all'ordine degli
arcangeli. Anche la Chiesa lo chiama arcangelo e S. Gregorio
spiega che "si dicono arcangeli quelli che annunziano le cose più
grandi". È dunque abbastanza credibile che sia il primo degli
arcangeli. E, come nota lo stesso S. Gregorio, il suo nome
conviene al suo ufficio: "Gabriele significa fortezza di Dio. Spettava
dunque alla fortezza di Dio annunziare che il Signore delle schiere,
potente in battaglia, veniva a debellare le potenze dell'aria".
ARTICOLO
3
Se l'angelo doveva apparire alla Vergine in forma corporea
SEMBRA che l'angelo non dovesse apparire alla Vergine in forma
corporea. Infatti:
1.
"La visione intellettuale è superiore alla visione corporea",
dice S. Agostino, e soprattutto più conveniente per la natura
angelica; perché nella visione intellettuale l'angelo si conosce nella
sua essenza; nella visione corporea invece si conosce nella forma
sensibile che assume. Ma come ad annunziare il concepimento
divino conveniva che fosse mandato il messaggero più grande, così
conveniva anche che fosse scelto il genere più nobile di visione.
Dunque l'angelo apparve alla Vergine in una visione di carattere
intellettuale.
2. Anche la visione immaginaria è superiore a quella corporea,
come l'immaginazione supera i sensi. Ora, come attesta il
Vangelo, "a Giuseppe un angelo apparve in sogno", in visione
immaginaria. Dunque anche alla Vergine doveva apparire in visione
immaginativa e non corporea.
3. L'apparizione corporea di una sostanza
spirituale stordisce,
tanto che della Vergine stessa si canta: "La Vergine si spaventò
a quella luce". Ma era meglio che al suo spirito fosse risparmiato questo turbamento. Dunque non era conveniente che
l'annunziazione avvenisse per visione corporea.
IN CONTRARIO: S. Agostino fa dire alla Vergine:
"È venuto da
me l'arcangelo Gabriele con volto raggiante, con veste splendente,
con portamento stupendo". Ma tutto questo fa parte di
un'apparizione corporea. Dunque l'arcangelo dell'annunziazione apparve
alla Beata Vergine in visione corporea.
RISPONDO: L'arcangelo dell'annunziazione apparve alla Madre
di Dio in forma corporea. E ciò era conveniente, primo per
l'oggetto dell'annunziazione. Infatti l'angelo era venuto ad
annunziare l'incarnazione dell'invisibile Dio. Quindi era opportuno che
per manifestare ciò una creatura invisibile assumesse una forma
visibile, tanto più che tutte le apparizioni dell'antico Testamento
erano ordinate a questa manifestazione, in cui il Figlio di Dio
apparve nella carne.
Secondo, ciò era conveniente per la dignità della Madre di Dio,
la quale doveva accogliere il Figlio di Dio non solo nello spirito,
ma anche nel suo seno. Perciò la visione angelica doveva
confortare non solo la sua mente, ma anche i suoi sensi corporei.
Terzo, ciò era conveniente per togliere ogni dubbio al messaggio.
Delle cose infatti che vediamo con i nostri occhi, siamo più certi
che di quanto percepiamo con l'immaginazione. Ecco perché il
Crisostomo afferma che l'angelo si presentò alla Vergine non in
sogno, ma in forma visibile. "Siccome riceveva dall'angelo una
comunicazione di tanto valore aveva bisogno di un'apparizione
solenne prima che si compisse il grande avvenimento".
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ:
1. La visione intellettuale è
superiore a quella immaginaria e a quella corporea, se si prendono
isolatamente. Ma lo stesso S. Agostino riconosce la superiorità
della profezia, che implica insieme le visioni intellettuale e
immaginaria, su quella che si limita a una sola di esse. Ora, la Beata
Vergine non ebbe soltanto l'apparizione corporea, ma anche
l'illuminazione intellettuale. Perciò tale apparizione fu più perfetta.
Tuttavia sarebbe stata più perfetta se avesse visto l'angelo nella
sua natura per visione intellettuale. Ma lo stato di viatore non
le consentiva di vedere un angelo nella sua essenza.
2. L'immaginazione è una potenza superiore ai sensi esterni;
ma poiché la conoscenza umana ha il suo principio nei sensi, essi
ci danno la massima certezza; perché i principii sono necessariamente
più certi nell'ordine della cognizione. Quindi S. Giuseppe
cui l'angelo apparve in sogno, ebbe un'apparizione inferiore a
quella della Beata Vergine.
3. Come dice S. Ambrogio,
"rimaniamo scossi e sconcertati,
quando interviene una forza superiore". E questo accade non solo
nelle apparizioni corporee, ma anche nelle visioni immaginarie.
Nella Genesi infatti si legge che "al tramonto del sole, Abramo
fu preso da un sonno profondo ed ecco un terrore, una densa
oscurità cadde su di lui". Tuttavia tale turbamento non è così
dannoso per l'uomo da dover per questo rinunziare alle apparizioni
degli angeli. Primo, perché l'emozione provocata dall'indebolimento
delle facoltà inferiori è indice dell'elevazione dell'uomo
sopra se stesso, e quindi ridonda a suo onore. Avviene così anche
per il nostro corpo, quando il calore naturale si rifugia all'interno
e le membra esterne cominciano a tremare. - Secondo, perché,
come scrive Origene, "ben conoscendo la natura umana, l'Angelo
nella sua apparizione rimedia anzitutto al turbamento prodotto".
Difatti tanto a Zaccaria quanto a Maria, visto il loro turbamento,
disse: "Non temere". È appunto questo, come si legge nella vita
di S. Antonio, "un segno non difficile per discernere tra spiriti
buoni e cattivi. Se infatti al timore subentra la gioia, sappiamo
che si tratta di un intervento di Dio, perché la sicurezza dello
spirito è indizio della presenza della maestà divina. Se invece la
paura rimane invincibile, l'apparizione è diabolica".
Il turbamento poi della Vergine si addiceva al suo pudore
verginale. Perché, come scrive S. Ambrogio, "trepidare è proprio
delle vergini: temono ad ogni avvicinarsi di uomini e arrossiscono
ad ogni loro parola".
Alcuni però dicono che la Beata Vergine, abituata alle apparizioni
degli angeli, non si turbò a vedere l'angelo, ma a sentire
le cose magnifiche che l'angelo le diceva e che la riempivano di
meraviglia, perché non se ne riteneva degna. L'Evangelista infatti
non dice che si turbò alla vista dell'angelo, ma "alle sue parole".
ARTICOLO 4
Se l'annunziazione sia stata fatta con il debito ordine
SEMBRA che l'annunziazione non
sia stata fatta con il debito
ordine. Infatti:
1. La dignità della Madre di Dio dipende dal concepimento
della sua prole. Ora, la causa deve essere manifestata prima
dell'effetto. Dunque l'angelo doveva annunziare alla Vergine il
concepimento della prole, prima di dichiarare la sua dignità con quel
saluto.
2. Quando si tratta di cose non dubbie la prova è inutile,
quando invece si tratta di cose dubbie la prova va premessa.
Ora l'Angelo prima annunzia quello che ebbe a suscitare il dubbio
della Vergine, "Come avverrà questo?", e poi aggiunse la prova,
sia del caso di Elisabetta, sia dell'onnipotenza di Dio. Dunque
l'annunziazione dell'Angelo non è stata fatta con il dovuto ordine.
3. Il più non si può provare con il meno. Ma la maternità di
una vergine è più straordinaria della maternità di una vecchia.
Dunque quest'ultima non era sufficiente a provare la concezione
della Vergine.
IN CONTRARIO: Scrive S. Paolo:
"Tutte le cose che vengono
da Dio, sono fatte con ordine". Ma l'angelo fu mandato da Dio.
Dunque l'annunziazione dell'Angelo fu fatta in modo ordinatissimo.
RISPONDO: L'annunziazione fu compiuta dall'Angelo in ordine
perfetto. L'Angelo infatti aveva tre compiti riguardo alla Vergine.
Primo, quello di rendere la sua intelligenza attenta a
considerare l'importanza della cosa. E questo fece salutandola in
maniera nuova e insolita. Per cui Origene scrive, che "se le fosse
stato noto (con la conoscenza che aveva della legge) che un simile
saluto era già stato rivolto ad altri, esso non le sarebbe sembrato
strano e non l'avrebbe turbata". Ebbene, in quel saluto egli pose
al primo posto l'idoneità della Vergine a tale concepimento con le
parole: "piena di grazia"; parlò poi del suo concepimento con
le parole: "il Signore è con te"; e finalmente le dichiarò l'onore
che ne sarebbe derivato, dicendo: "Benedetta tu tra le donne".
Il secondo compito era di istruirla sul mistero dell'incarnazione
che doveva compiersi in lei. E ciò fece preannunziando la
concezione e il parto: "Ecco, tu concepirai nel tuo seno, ecc.", esaltando
la grandezza del figlio: "Egli sarà grande", e finalmente
spiegando il modo della concezione: "Lo Spirito Santo verrà sopra
di te".
Il terzo compito era d'indurre la sua volontà al consenso. E ciò
fece con l'esempio di Elisabetta, e argomentando dall'onnipotenza
divina.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ:
1. Per un'anima umile non c'è
nulla di più sorprendente che sentire la propria esaltazione. Ora,
la sorpresa è la cosa che rende più attenti. Perciò l'Angelo,
volendo attirare l'attenzione della Vergine ad ascoltare così grande
mistero, cominciò dalle sue lodi.
2. S. Ambrogio dichiara espressamente che la Beata Vergine non
dubitò delle parole dell'Angelo. Dice infatti: "La risposta di
Maria è più misurata della risposta del sacerdote. Essa domanda: "Come potrà avvenire questo?". L'altro chiede:
"In qual
maniera riconoscerò questo?". Ricusa di credere chi dice di non
sapere di che si tratta. Non dubita che la cosa avvenga chi
domanda come potrà avvenire".
S. Agostino al contrario sembra ritenere che la Vergine abbia
dubitato. Dice infatti: "A Maria che esitava circa il fatto del
concepimento, l'Angelo assicura la possibilità". Ma si tratta di
un dubbio di meraviglia piuttosto che di incredulità. Perciò l'Angelo
adduce la prova non per vincerne la mancanza di fede, ma
per soddisfare la meraviglia della Vergine.
3. Come osserva S. Ambrogio,
"la Scrittura riporta molti casi
di sterili che hanno avuto prole, perché si credesse alla maternità
di una vergine". Quindi la concezione della sterile Elisabetta
viene invocata non come un argomento probativo, ma come un
esempio simbolico. Per cui a confermare questo esempio l'angelo
aggiunge l'argomento ben più valido dell'onnipotenza divina.
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