FIGURA BIBLICA DI QUESTA PERFETTA DEVOZIONE: REBECCA E GIACOBBE 183. Di tutte le verità che ho esposto riguardo alla santissima Vergine e ai suoi figli e servi, lo Spirito Santo ci dà, nella sacra Scrittura, una figura mirabile nella storia di Giacobbe, che ricevette la benedizione di suo padre Isacco per le cure e l'abilità di sua madre Rebecca. Eccola come lo Spirito Santo la riferisce. Poi vi aggiungerò la sua spiegazione. 184. Avendo Esaù venduto a Giacobbe il suo diritto di primogenitura, Rebecca, madre dei due fratelli, che amava teneramente Giacobbe, gli assicurò questo vantaggio, parecchi anni dopo, con un'astuzia tutta santa e tutta piena di misteri. Isacco, sentendosi molto vecchio e volendo benedire i suoi figli prima di morire, chiamò suo figlio Esaù che amava, gli ordinò di andare a caccia per procurargli qualcosa da mangiare, affinché poi lo benedicesse. Rebecca avvertì prontamente Giacobbe di quello che accadeva e gli ordinò di andare a prendere due capretti dal gregge. Quando li ebbe dati a sua madre, ella li preparò per Isacco come sapeva che gli piacevano; rivestì Giacobbe degli abiti di Esaù, che custodiva, e coprì le mani e il collo di lui con la pelle dei capretti, affinché suo padre, che non vedeva più, potesse, sentendo la voce di Giacobbe, credere almeno per il pelo delle sue mani che fosse suo fratello Esaù. Infatti Isacco, sorpreso dalla sua voce, che credeva essere la voce di Giacobbe, lo fece avvicinare, e toccato il pelo delle pelli di cui si era coperto le mani, disse che la voce era la voce di Giacobbe, ma che le mani erano le mani di Esaù. Dopo che ebbe mangiato e che ebbe sentito, baciando Giacobbe, l'odore dei suoi abiti, lo benedisse e gli augurò la rugiada del cielo e la fecondità della terra; lo costituì signore di tutti i suoi fratelli, e concluse la benedizione con queste parole: «Chi ti maledice sia maledetto e chi ti benedice sia benedetto». Isacco aveva appena terminato queste parole quando Esaù entrò e portò da mangiare quello che aveva cacciato, affinché suo padre poi lo benedicesse. Quel santo patriarca fu preso da grande stupore quando si accorse di quello che era accaduto; ma lungi dal ritirare ciò che aveva fatto, lo confermò, perché vedeva molto chiaramente il dito di Dio in questa condotta. Esaù allora scoppiò in ruggiti, come nota la sacra Scrittura, e, accusando apertamente il fratello di inganno, domandò a suo padre se aveva soltanto una benedizione: essendo in questo, come notano i santi Padri, figura di coloro che, essendo ben contenti di conciliare Dio con il mondo, vogliono godere al tempo stesso delle consolazioni del cielo e di quelle della terra. Isacco, commosso dalle grida di Esaù, infine lo benedisse, ma con una benedizione terrena e assoggettandolo a suo fratello. Ciò gli fece concepire un odio così velenoso contro Giacobbe, che aspettava solo la morte del padre per ucciderlo e Giacobbe non avrebbe potuto evitare la morte se la sua cara madre Rebecca non l'avesse difeso con la sua abilità e i buoni consigli che gli diede e che egli seguì. 185. Prima di spiegare questa storia così bella, bisogna notare che, secondo tutti i santi Padri e gli interpreti della sacra Scrittura, Giacobbe è figura di Gesù Cristo e dei predestinati, ed Esaù dei reprobi. Basta esaminare le azioni e la condotta dell'uno e dell'altro per convenirne. 1) Esaù, il maggiore, era forte e robusto, abile nel tirare con l'arco e nel prendere molta selvaggina a caccia. 2) Non stava quasi mai in casa e, confidando unicamente nella sua forza e nella sua destrezza, lavorava solo fuori. 3) Non si preoccupava molto di piacere a sua madre Rebecca e non faceva niente per questo. 4) Era così goloso che vendette il suo diritto di primogenitura per un piatto di lenticchie. 5) Era, come Caino, pieno d'invidia contro suo fratello Giacobbe e lo perseguitava a oltranza. 186. Ecco la condotta che tengono i reprobi ogni giorno. 1) Confidano nella loro forza e nella loro capacità negli affari temporali; sono molto forti, abili e istruiti nelle cose della terra, ma molto deboli e ignoranti nelle cose del cielo: «In terrenis fortes, in coelestibus debiles». Perciò: 187. 2) Non dimorano o molto poco nella loro casa, cioè nel loro interiore, che è la casa interiore ed essenziale che Dio ha dato ad ogni uomo per dimorarvi, a suo esempio: perché Dio dimora sempre in se stesso. I reprobi non amano il ritiro, né la spiritualità, né la devozione interiore e trattano da spiriti piccoli, da bigotti e da selvatici quelli che sono interiori e ritirati dal mondo, e che lavorano più dentro che fuori. 188. 3) I reprobi non si preoccupano della devozione alla santa Vergine, la Madre dei predestinati; è vero che non la odiano formalmente, talvolta la lodano, dicono che la amano e praticano anche qualche devozione in suo onore; ma del resto non possono soffrire che la si ami teneramente, perché non hanno per lei le tenerezze di Giacobbe; trovano da ridire sulle pratiche di devozione che i suoi buoni figli e servi compiono fedelmente per guadagnarsi il suo affetto, perché non credono che questa devozione sia loro necessaria per salvarsi, e credono che sia sufficiente non odiare formalmente la santa Vergine o non disprezzare apertamente la sua devozione, e di avere guadagnato le buone grazie della santa Vergine e di essere suoi servi, recitando e borbottando qualche preghiera in suo onore, senza tenerezza verso di lei né emendamento di se stessi. 189. 4) I reprobi vendono il loro diritto di primogenitura, cioè le gioie del paradiso per un piatto di lenticchie, cioè per i piaceri della terra. Ridono, bevono, mangiano, si divertono, giocano, danzano, ecc. senza preoccuparsi, come Esaù, di rendersi degni della benedizione del Padre celeste. In poche parole, pensano solo alla terra, amano solo la terra, parlano e agiscono solo per la terra e i suoi piaceri, vendendo per un breve momento di piacere, per un vano fumo di onore e per un pezzo di terra dura, gialla o bianca (l'oro e l'argento), la grazia battesimale, la loro veste d'innocenza, la loro eredità celeste. 190. 5) Infine, i reprobi odiano e perseguitano ogni giorno i predestinati, apertamente o segretamente; non li possono sopportare, li disprezzano, li criticano, li contraffanno, li ingiuriano, li derubano, li ingannano, li impoveriscono, li scacciano, li riducono nella polvere; mentre fanno fortuna, si prendono i loro piaceri, se la passano bene, si arricchiscono, si ingrandiscono e vivono a loro agio. 191. 1) Giacobbe, il minore, era di costituzione debole, dolce e pacifico, e dimorava ordinariamente in casa per guadagnarsi le buone grazie di sua madre Rebecca, che amava teneramente; se usciva, non lo faceva di sua volontà, né perché confidava nella sua abilità, ma per obbedire a sua madre. 192. 2) Amava e onorava sua madre: perciò stava in casa vicino a lei, non era maggiormente contento di quando la vedeva, evitava tutto ciò che poteva dispiacerle e faceva tutto ciò che credeva piacerle. Ciò aumentava in Rebecca l'amore che gli portava. 193. 3) Era sottomesso in ogni cosa alla sua cara madre, le obbediva completamente in tutto, prontamente senza indugio e amorosamente senza lamentarsi; al minimo cenno della sua volontà, il piccolo Giacobbe correva ed eseguiva. Credeva tutto quello che gli diceva, senza ragionare: per esempio, quando gli disse di andare a prendere due capretti e di portarglieli per preparare da mangiare a suo padre Isacco, Giacobbe non le rispose che ne bastava uno per preparare da mangiare una volta a un solo uomo; ma, senza ragionare, fece quello che gli aveva detto. 194. 4) Aveva una grande fiducia nella sua cara madre; non contava per nulla sulla sua abilità, contava unicamente sulle cure e la protezione di sua madre; la chiamava in tutti i suoi bisogni e la consultava in tutti i suoi dubbi: per esempio, quando le domandò se, invece della benedizione, non avrebbe ricevuto la maledizione di suo padre, le credette e si affidò a lei, quando gli disse che prendeva su di sé tale maledizione. 195. 5) Infine, imitava secondo la sua capacità le virtù che vedeva in sua madre; e sembra che una delle ragioni per cui rimaneva sedentario in casa era per imitare la sua cara madre, che era così virtuosa, e per stare lontano dalle cattive compagnie, che corrompono i costumi. Con questo mezzo si rese degno di ricevere la doppia benedizione di suo padre. 196. Ecco anche la condotta che tengono ogni giorno i predestinati: 1) Stanno in casa con la loro madre, cioè, amano il ritiro, sono interiori, si dedicano alla preghiera, ma sull'esempio e in compagnia della loro Madre, la santa Vergine, la cui gloria è tutta interiore, e che, durante tutta la sua vita, amò tanto il ritiro e la preghiera. È vero che talvolta appaiono all'esterno nel mondo; ma è per obbedienza alla volontà di Dio e a quella della loro cara Madre, per compiere i doveri del loro stato. Per quanto facciano grandi cose al di fuori, stimano molto di più quelle che fanno dentro di loro, nel loro interiore, in compagnia della santissima Vergine, perché vi compiono la grande opera della loro perfezione, al cui confronto tutte le altre opere non sono che giochi da bambini. Per questo, mentre talvolta i loro fratelli e sorelle lavorano esteriormente con molta forza, abilità e successo, con la lode del mondo, sanno, con la luce dello Spirito Santo, che vi è molta più gloria, bene e gioia nel rimanere nascosti nel ritiro con Gesù Cristo, loro modello, in una intera e perfetta sottomissione alla loro Madre, che nel compiere da se stessi meraviglie di natura e di grazia nel mondo, come tanti Esaù e reprobi. «Gloria e ricchezza nella sua casa» (Sal 112,3): la gloria di Dio e la ricchezza dell'uomo si trovano nella casa di Maria. Signore Gesù, quanto sono amabili le tue dimore! Il passero ha trovato una casa per abitarvi e la rondine un nido dove porre i suoi piccoli. Oh! quanto è felice l'uomo che abita nella casa di Maria, dove tu per primo hai posto la tua dimora! È in questa casa dei predestinati che egli riceve aiuto da te solo e che ha disposto ascensioni e gradini di tutte le virtù nel suo cuore, per elevarsi alla perfezione in questa valle di lacrime. «Quanto sono amabili le tue dimore...» (Sal 84,2). 197. 2) Amano teneramente e onorano veramente la santissima Vergine come loro buona Madre e Padrona. La amano non solamente a parole, ma veramente; la onorano non solamente esteriormente, ma dal profondo del cuore; evitano, come Giacobbe, tutto ciò che può dispiacerle e praticano con fervore tutto ciò che credono possa far loro acquistare la sua benevolenza. Le portano e le donano, non due capretti, come Giacobbe a Rebecca, ma il loro corpo e la loro anima, con tutto ciò che ne dipende, raffigurati dai due capretti di Giacobbe, affinché: 1) li riceva come una cosa che le appartiene; 2) li uccida e li faccia morire al peccato e a se stessi, scorticandoli e spogliandoli della loro pelle e del loro amor proprio, e, con questo mezzo, li faccia piacere a Gesù, suo Figlio, che non vuole per suoi amici e discepoli se non coloro che sono morti a se stessi; 3) li prepari secondo il gusto del Padre celeste, e per la sua maggior gloria, ch'ella conosce meglio di ogni altra creatura; 4) con le sue cure e la sua intercessione questo corpo e quest'anima, purificati da ogni macchia, morti, spogliati e preparati, siano un piatto delicato, degno della bocca e della benedizione del Padre celeste. Non è questo che faranno i predestinati, che gusteranno e praticheranno la consacrazione perfetta a Gesù Cristo per le mani di Maria, che insegniamo loro, per testimoniare a Gesù e a Maria un amore effettivo e coraggioso? I reprobi dicono abbastanza che amano Gesù, che amano e che onorano Maria, ma non effettivamente, ma non fino a sacrificare loro il proprio corpo con i suoi sensi e la propria anima con le sue passioni, come i predestinati. 198. 3) Sono sottomessi e obbedienti alla santa Vergine, come alla loro buona Madre sull'esempio di Gesù Cristo, che, di trentatré anni che visse sulla terra, ne impiegò trenta a glorificare Dio suo Padre con una perfetta e totale sottomissione alla sua santa Madre. Le obbediscono seguendo esattamente i suoi consigli, come il piccolo Giacobbe quelli di Rebecca, al quale ella disse: «Figlio mio, segui i miei consigli» (Gn 27,8); o come i convitati delle nozze di Cana, ai quali la santa Vergine disse: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,5). Giacobbe, per aver obbedito a sua madre, ricevette la benedizione come per miracolo, sebbene naturalmente non dovesse riceverla; i convitati alle nozze di Cana, per aver seguito il consiglio della santa Vergine, furono onorati del primo miracolo di Gesù Cristo, che cambiò l'acqua in vino alla preghiera della sua santa Madre. Allo stesso modo, tutti quelli che, fino alla fine dei secoli, riceveranno la benedizione del Padre celeste e saranno onorati delle meraviglie di Dio, riceveranno queste grazie solo in conseguenza della loro perfetta obbedienza a Maria. Gli Esaù, al contrario, perdono la loro benedizione, per mancanza di sottomissione alla santa Vergine. 199. 4) Hanno una grande fiducia nella bontà e nella potenza della santissima Vergine, loro buona Madre; chiedono continuamente il suo aiuto; la considerano la loro stella polare per giungere a buon porto; le confidano le loro pene e i loro bisogni con molta apertura di cuore; si attaccano ai suoi seni di misericordia e di dolcezza per avere il perdono dei loro peccati mediante la sua intercessione o per gustare le sue dolcezze materne nelle loro pene e nelle loro difficoltà. Si gettano anche, si nascondono e si perdono in modo meraviglioso nel suo seno amoroso e verginale, per essere infiammati dal puro amore, per essere purificati dalle minime macchie e per trovare pienamente Gesù, che vi risiede come nel suo trono più glorioso. Oh! che felicità! «Non credere, dice l'abate Guerrico, che vi sia più felicità ad abitare nel seno di Abramo che nel seno di Maria, poiché il Signore vi ha posto il suo trono». I reprobi, al contrario, mettendo tutta la loro fiducia in se stessi, mangiando, con il figliol prodigo, solo ciò che mangiano i porci, nutrendosi con i rospi solo della terra e amando solo le cose visibili ed esteriori, con i mondani, non gustano le dolcezze del seno di Maria; non sentono quell'appoggio e quella fiducia che i predestinati sentono per la santa Vergine, loro buona Madre. Amano miseramente la loro fame di cose esteriori, come dice san Gregorio, perché non vogliono gustare la dolcezza preparata dentro di loro e in Gesù e Maria. 200. 5) Infine, i predestinati seguono le vie della santa Vergine, loro buona Madre, cioè: la imitano, ed è in questo che sono veramente felici e devoti, e che portano il segno infallibile della loro predestinazione, come dice loro questa buona Madre: «Beati quelli che seguono le mie vie» (Prv 8,32), cioè beati quelli che praticano le mie virtù e che camminano sulle tracce della mia vita, con l'aiuto della grazia divina. Sono felici in questo mondo, durante la loro vita, per l'abbondanza delle grazie e delle dolcezze che comunico loro dalla mia pienezza, e più abbondantemente che agli altri che non mi imitano così da vicino; sono felici nella loro morte, che è dolce e tranquilla, e alla quale io assisto ordinariamente, per condurli io stessa nelle gioie dell'eternità; infine, saranno felici nell'eternità, perché mai nessuno dei miei buoni servi, che ha imitato le mie virtù durante la sua vita, si è perso. I reprobi, al contrario, sono infelici durante la loro vita, alla loro morte e nell'eternità, perché non imitano la santissima Vergine nelle sue virtù, limitandosi a iscriversi talvolta alle sue confraternite, a recitare qualche preghiera in suo onore o a compiere qualche altra devozione esteriore. O santa Vergine, mia buona Madre, quanto sono felici quelli, lo ripeto con trasporto del mio cuore, quanto sono felici quelli che, non lasciandosi sedurre da una falsa devozione verso di te, seguono fedelmente le tue vie, i tuoi consigli e i tuoi comandi! Ma quanto sono infelici e maledetti quelli che, abusando della tua devozione, non seguono i comandamenti di tuo Figlio: «Maledetti quelli che deviano dai tuoi precetti» (Sal 119,21). 201. Ecco ora i doveri di carità che la santa Vergine, come la migliore di tutte le madri, compie nei confronti dei suoi servi fedeli, che si sono donati a lei nel modo che ho detto, e secondo la figura di Giacobbe. Li ama «Io amo coloro che mi amano» (Prv 8,17). Li ama: 1) perché è loro vera Madre: una madre ama sempre suo figlio, il frutto del suo seno; 2) li ama per riconoscenza, perché effettivamente la amano come loro buona Madre; 3) li ama perché, essendo predestinati, Dio li ama: «Ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù» (Ml 1,2-3); 4) li ama perché si sono consacrati interamente a lei e sono sua parte e sua eredità: «Prendi in eredità Israele» (Sir 24,8). 202. Li ama teneramente, e più teneramente di tutte le madri insieme. Mettete, se potete, tutto l'amore naturale che le madri di tutto il mondo hanno per i loro figli nel cuore di una sola madre per un unico figlio: certamente questa madre amerà molto questo figlio; eppure è vero che Maria ama ancor più teneramente i suoi figli di quanto questa madre amerebbe il suo. Non li ama solamente con affetto, ma con efficacia. Il suo amore per loro è attivo ed effettivo, come quello e più di quello di Rebecca per Giacobbe. Ecco ciò che questa buona Madre, di cui Rebecca non è che la figura, fa per ottenere ai suoi figli la benedizione del Padre celeste: 203. 1) Spia, come Rebecca, le occasioni favorevoli per fare loro del bene, per elevarli e arricchirli. Siccome vede chiaramente in Dio tutti i beni e tutti i mali, le buone e le cattive fortune, le benedizioni e le maledizioni di Dio, predispone le cose per esentare da ogni sorta di mali i suoi servi e colmarli di ogni sorta di beni; di modo che, se c'è una buona fortuna da fare in Dio, con la fedeltà di una creatura a qualche alto incarico, è certo che Maria procurerà questa buona fortuna a qualcuno dei suoi buoni figli e servi, e darà loro la grazia per venirne a capo con fedeltà: «Ella cura i nostri affari», dice un santo. 204. 2) Dà loro buoni consigli, come Rebecca a Giacobbe: «Figlio mio, segui i miei consigli» (Gn 27,8). E, tra gli altri consigli, ispira loro di portarle due capretti, cioè il loro corpo e la loro anima, di consacrarglieli per farne un piatto che sia gradito a Dio, e di fare tutto quello che Gesù Cristo, suo Figlio, ha insegnato con le parole e con gli esempi. Se non dà direttamente questi consigli, li dà attraverso il ministero degli angeli, che non hanno più grande onore e piacere che obbedire a qualcuno dei suoi comandi per discendere sulla terra e soccorrere qualcuno dei suoi servi. 205. 3) Quando le si è portato e consacrato il proprio corpo e la propria anima e tutto ciò che ne dipende, senza nessuna eccezione, che fa questa buona Madre? Ciò che fece un tempo Rebecca ai due capretti che le portò Giacobbe: 1) li uccide e li fa morire alla vita del vecchio Adamo; 2) li scortica e li spoglia della loro pelle naturale, delle loro inclinazioni naturali, del loro amor proprio e della loro volontà propria e di ogni attaccamento alle creature; 3) li purifica dalle loro macchie, sozzure e peccati; 4) li prepara secondo il gusto di Dio e per la sua maggior gloria. Siccome solo lei conosce perfettamente il gusto divino e la maggior gloria dell'Altissimo, solo lei può, senza sbagliarsi, preparare il nostro corpo e la nostra anima secondo questo gusto infinitamente elevato e per questa gloria infinitamente nascosta. 206. 4) Questa buona Madre, avendo ricevuto l'offerta perfetta che le abbiamo fatto di noi stessi e dei nostri meriti e soddisfazioni, per mezzo della devozione di cui ho parlato, e avendoci spogliato dei nostri abiti vecchi, ci riordina e ci rende degni di comparire davanti al nostro Padre celeste. 1) Ci riveste degli abiti puliti, nuovi, preziosi e profumati di Esaù il primogenito, cioè di Gesù Cristo, suo Figlio, che custodisce nella sua casa, cioè che ha a sua disposizione, essendo la tesoriera e la dispensatrice universale ed eterna dei meriti e delle virtù di suo Figlio, Gesù Cristo, che dà e comunica a chi vuole, quando vuole, come vuole e quanto vuole, come abbiamo visto prima. 2) Circonda il collo e le mani dei suoi servi con le pelli dei capretti uccisi e scorticati; cioè li orna dei meriti e del valore delle loro azioni. Uccide e fa morire tutto ciò che vi è di impuro e di imperfetto nelle loro persone; ma non perde e non dissipa tutto il bene che la grazia vi ha operato; lo custodisce e lo aumenta per farne l'ornamento e la forza del loro collo e delle loro mani; cioè per fortificarli per portare il giogo del Signore, che si porta sul collo, e per operare grandi cose per la gloria di Dio e la salvezza dei loro poveri fratelli. 3) Dà un nuovo profumo e una nuova grazia a questi abiti e ornamenti comunicando loro i suoi abiti; i suoi meriti e le sue virtù, che morendo ha lasciato loro in testamento, come dice una santa religiosa del secolo scorso, morta in odore di santità, che lo ha saputo per rivelazione; di modo che tutti i suoi domestici, i suoi fedeli servi e schiavi sono doppiamente vestiti, degli abiti di suo Figlio e dei suoi: «Omnes domestici eius vestiti sunt duplicibus» (Prv 31,21), perciò non hanno nulla da temere dal freddo di Gesù Cristo, bianco come la neve, che i reprobi tutti nudi e spogli dei meriti di Gesù Cristo e della santa Vergine non potranno sostenere. 207. 5) Infine fa loro ottenere la benedizione del Padre celeste, benché, essendo i minori e i figli adottivi, non debbano averla. Con questi abiti tutti nuovi, preziosissimi e di buonissimo odore, e con il loro corpo e la loro anima ben preparati, si avvicinano con fiducia al letto di riposo del loro Padre celeste. Egli sente e riconosce la loro voce, che è quella del peccatore; tocca le loro mani coperte di pelli; sente il buon odore dei loro abiti; mangia con gioia ciò che Maria, loro Madre, gli ha preparato; e riconoscendo in loro i meriti e il buon odore di suo Figlio e della sua santa Madre: 1) dà loro la sua duplice benedizione; benedizione della «rugiada del cielo» (Gn 27,28), cioè della grazia divina che è il seme della gloria: «Ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale in Cristo Gesù» (Ef 1,3); benedizione delle «terre grasse» (Gn 27,28), cioè questo buon Padre dà loro il pane quotidiano e una sufficiente abbondanza dei beni di questo mondo; 2) li rende signori degli altri fratelli, i reprobi: non che questo primato appaia sempre in questo mondo che passa in un istante, dove spesso i reprobi dominano: «I peccatori sparleranno e si vanteranno» (Sal 94,4). «Ho visto l'empio trionfante ergersi...» (Sal 37,35); ma eppure è vero, e apparirà chiaramente nell'altro mondo, per tutta l'eternità, dove i giusti, come dice lo Spirito Santo, «avranno potere sui popoli» (Sap 3,8). 3) Sua Maestà, non contento di benedirli nelle loro persone e nei loro beni, benedice anche tutti quelli che li benediranno e maledice tutti quelli che li malediranno e li perseguiteranno. Li provvede di tutto 208. Il secondo dovere di carità che la santa Vergine esercita verso i suoi servi fedeli consiste nel provvederli di tutto per il corpo e per l'anima. Dà loro abiti doppi, come abbiamo appena visto; dà loro da mangiare i cibi più squisiti della mensa di Dio; dà loro da mangiare il pane di vita, che ella ha formato; «Saziatevi dei miei frutti» (Sir 24,26): miei cari figli, dice loro con la Sapienza, saziatevi dei miei frutti, cioè di Gesù, il frutto di vita, che ho messo al mondo per voi. «Venite, mangiate il mio pane e bevete il vino che vi ho mescolato» (Prv 9,5); «mangiate, bevete e inebriatevi, carissimi» (Ct 5,1): Venite, ripete loro in un altro luogo, mangiate il mio pane, che è Gesù, e bevete il vino del suo amore, che vi ho mescolato con il latte delle mie mammelle. Siccome è lei la tesoriera e la dispensatrice dei doni e delle grazie dell'Altissimo, ne dà una buona parte, e la migliore, per nutrire e mantenere i suoi figli e i suoi servi. Essi sono impinguati del pane vivente, inebriati del vino che germina i vergini. Sono portati al seno: «Sarete portati al seno» (Is 66,12). Hanno tanta facilità a portare il giogo di Gesù Cristo che non ne sentono la pesantezza, a causa dell'olio della devozione in cui lo fa imputridire. Li guida 209. Il terzo bene che la santa Vergine fa ai suoi servi fedeli è quello di guidarli e dirigerli secondo la volontà di suo Figlio. Rebecca guidava il suo piccolo Giacobbe e gli dava di quando in quando dei buoni consigli, sia per attirare su di lui la benedizione del padre, sia per evitare l'odio e la persecuzione del fratello Esaù. Maria, che è la stella del mare, guida tutti i suoi servi fedeli a buon porto; mostra loro le vie della vita eterna; fa loro evitare i passi pericolosi; li guida per mano nei sentieri della giustizia; li sostiene quando stanno per cadere; li rialza quando sono caduti; li riprende come madre caritatevole nelle loro mancanze; e talvolta anche li castiga amorevolmente. Un figlio che obbedisce a Maria, sua madre nutrice e sua direttrice illuminata, può forse smarrirsi nelle vie dell'eternità? «Seguendola, dice san Bernardo, non ti smarrirai». Non temete che un vero figlio di Maria sia ingannato dal maligno e cada in qualche eresia formale. Là dove Maria è guida, non si trovano né lo spirito maligno con le sue illusioni, né gli eretici con le loro astuzie: «Se ti sostiene, non cadi». Li difende e li protegge 210. Il quarto beneficio che la santa Vergine rende ai suoi figli e servi fedeli è quello di difenderli e proteggerli contro i loro nemici. Rebecca, con le sue cure e la sua abilità, liberò Giacobbe da tutti i pericoli in cui si trovò, e particolarmente dalla morte che suo fratello Esaù gli avrebbe certamente dato per l'odio e l'invidia che gli portava, come un tempo Caino a suo fratello Abele. Maria, la buona Madre dei predestinati, li nasconde sotto le ali della sua protezione, come una chioccia i suoi pulcini; parla, si china verso di loro, va incontro a tutte le loro debolezze; per difenderli dallo sparviero e dall'avvoltoio si mette attorno a loro e li accompagna «come un esercito schierato in battaglia» (Ct 6,4). Un uomo circondato da un esercito ben schierato di centomila uomini può forse temere i suoi nemici? Un fedele servo di Maria, circondato dalla sua protezione e dalla sua potenza imperiale, ha ancora meno da temere. Questa buona Madre e Principessa potente dei cieli invierebbe battaglioni di milioni di angeli per soccorrere uno dei suoi servi piuttosto che fosse mai detto che un servo fedele di Maria, che si è affidato a lei, è dovuto soccombere alla malizia, al numero e alla forza dei suoi nemici. Intercede per loro 211. Infine, il quinto e più grande bene che l'amabile Maria procura ai suoi fedeli devoti è quello di intercedere per loro presso suo Figlio, placarlo con le sue preghiere e unirli a lui con un legame molto intimo e conservarli in tale unione. Rebecca fece avvicinare Giacobbe al letto di suo padre; e il buon vecchio lo toccò, lo abbracciò e lo baciò con gioia, contento e sazio delle carni ben preparate che gli aveva portato; e sentiti con molta contentezza i profumi squisiti dei suoi abiti, esclamò: «Ecco l'odore del mio figlio come l'odore di un campo che il Signore ha benedetto» (Gn 27,27). Questo campo, il cui odore conquistò il cuore del padre, non è altro che l'odore delle virtù e dei meriti di Maria, che è un campo pieno di grazia, dove Dio Padre ha seminato, come un chicco di frumento degli eletti, il suo unico Figlio. Oh! quanto è benvenuto presso Gesù Cristo, che è il Padre del secolo futuro, un figlio profumato del buon odore di Maria! Oh! quanto gli è prontamente e perfettamente unito! L'abbiamo mostrato più a lungo prima. 212. Inoltre, dopo aver colmato i suoi figli e servi fedeli dei suoi favori e aver ottenuto loro la benedizione del Padre celeste e l'unione con Gesù Cristo, li conserva in Gesù Cristo e Gesù Cristo in loro; li custodisce e veglia sempre su di loro, per paura che perdano la grazia di Dio e cadano nelle trappole dei loro nemici: «Trattiene i santi nella loro pienezza» e ve li fa perseverare fino alla fine, come abbiamo visto. Ecco la spiegazione di questa grande e antica figura della predestinazione e della riprovazione, così sconosciuta e così piena di misteri. |