Breve video (*) (*)
Nel secondo mistero gaudioso si contempla la Visitazione.
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo.
E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto». (Lc 1,39-45)
(La carità)
Momento di silenzio.
Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria al Padre. (clausola: che portasti a Elisabetta)
Gesù, portato da Maria a Elisabetta, fa' che ti annunciamo nel nostro ambiente
perché tutti ti riconoscano salvatore del mondo e liberatore degli oppressi. Tu vivi e regni nei secoli. Amen.
(Meditazione:
Di buon mattino, Maria, esci sollecita dalla piccola casa di Nazaret. La carità
di Colui che in te ha preso carne ora ti spinge verso le montagne, per visitare l'anziana parente che il Signore ha pure benedetta. E il Diletto
che porti nel tuo seno fa sussultare di gioia le colline, fa rifiorire il deserto di Giuda. «Benedetta» ti saluta la madre di
Giovanni e dal suo seno il Precursore, già ricolmo di Spirito Santo, alza la voce... Stupore d'umiltà nelle parole di Elisabetta: «A
che debbo che la madre del mio Signore venga a me?» Tutto è prodigio. E tu, piccola, umile serva, magnifichi il Signore.
O Maria, insegnaci la carità premurosa e la lode, il rendimento di grazie a Colui
che, solo e in ogni tempo, compie meraviglie.
Ave, o Benedetta tra tutte le donne! Ave, Maria!)
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